Si avvicina a piccoli passi la Coppa del Mondo 2026 e cominciano già i primi dibattiti inerenti all'organizzazione. Uno di questi riguarda proprio la Fifa che ha voluto rispondere duramente alle parole di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti che ha dichiarato di voler cambiare alcune città ospitanti della competizione, non assicurando la giusta sicurezza per l'amministrazione che le governa, mettendo a rischio la macchina organizzativa che prenderà il via la prossima estate, con la durata di circa un mese.
LA REPLICA
La FIFA risponde forte alle parole di Trump: “Sul Mondiale decidiamo noi”

US President Donald Trump joined by FIFA president Gianni Infantino (R) holds the World Cup Trophy as he makes an announcement in the Oval Office of the White House in Washington, DC, on August 22, 2025. Trump announced the 2026 World Cup draw will be held on December 5 at Washington's Kennedy Center. (Photo by ANDREW CABALLERO-REYNOLDS / AFP) (Photo by ANDREW CABALLERO-REYNOLDS/AFP via Getty Images)


Le risposta della Fifa nei confronti del presidente Trump
—La Fifa non si è tirata di certo indietro e la replica non si è fatta di certo attendere. Il vicepresidente FIFA e presidente della CONCACAF Victor Montagliani, ha voluto ribadire con forza chi comanda le guide del torneo e la risposta è stata la seguente:

"È il torneo della FIFA, è sotto le sue regole ed è la FIFA a prendere queste decisioni. Con tutto il rispetto per i leader mondiali, il calcio è più importante di loro e sopravvivrà ai loro governi, regimi e ai loro slogan".
Un messaggio del vicepresidente Montagliani chiaro e importante, che ha tranquillizzato i tifosi e gli organizzatori : "La distribuzione delle partite tra le 16 città designate, undici negli Stati Uniti, tre in Messico e due in Canada e non dipenderà da nessuna politica. Il vice presidente ha inoltre sottolineato il valore dello sport: "Questa è la vera bellezza del calcio: è più grande di qualsiasi cosa ed e più grande di qualsiasi Paese".
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