LA STRANA IDEA

La nuova provocazione di Piqué: “Diamo zero punti a chi pareggia 0-0”

Pique ex del Barcelona
L'ex difensore spagnolo ha lanciato un'altra idea rivoluzionaria. Poi le frasi su Yamal e sui problemi economici del Barcellona
Alessandro Stella

Dopo il suo ritiro dal calcio nel Gerard Piqué ha spesso fatto parlare di sé. L'ex difensore del Barcellona è spesso protagonista di dichiarazioni non banali e in generale sembra avere l'idea fissa di modificare il calcio tradizionale. Oltre ad aver creato e sviluppato l'ormai nota Kings League, Piqué ha spesso lanciato diverse provocazioni. L'ultima particolare idea l'ha proposta durante il primo episodio di "Bajo los Palos by Flexicar", il podcast ideato dall'ex portiere Iker Casillas. "Una proposta da valutare sarebbe che se la partita termina 0-0 le due squadre devono prendere zero punti. -ha spiegato Piqué- Non può essere che vai allo stadio, spendi 100, 200 o 300 euro e guardi una partita che finisce 0-0. Qualcosa deve cambiare. Con questa nuova regola sono certo che al 70' si aprirebbero le partite". La proposta di Piqué segue di qualche giorno l'indiscrezione secondo cui l'Uefa starebbe pensando di abolire i tempi supplementari. Entrambe le idee hanno diviso molto i tifosi sui social, tra chi apprezza le novità e chi preferisce le regole tradizionali e attuali.

💡 La revolucionaria idea de Piqué para acabar con los 0-0 en el fútbol: ¿qué te parece? pic.twitter.com/2ueyGQ7py1

— MARCA (@marca) February 27, 2025

"Yamal forse non avrebbe giocato nelle mia generazione. Sull'indipendentismo i media mi hanno messo i tifosi contro"

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Sempre durante l'intervista con Casillas, l'ex calciatore blaugrana ha espresso un nuovo paragone tra i calciatori attuali del Barcellona e quelli della "sua" generazione: "La mia sensazione è che Lamine Yamal non avrebbe giocato nella nostra epoca. Così come Cubarsì e altri giovani. Non credo avrebbero trovato facilmente spazio in campo". Poi Piqué è tornato sulle pesanti polemiche suscitate da giocatore con le sue prese di posizioni in difesa dell'indipendentismo della Catalogna. Soprattutto durante le partite con la nazionale spagnola il difensore è stato spesso fischiato: "La questione della nazionale è molto semplice, ho sostenuto che la Catalogna aveva il diritto di decidere. Da quel momento in poi è iniziata una campagna in cui ogni volta che giocavo in nazionale, la prima cosa che facevano i media era chiedere alla gente in strada se meritavo di essere fischiato e convocato. La gente non capiva perché fischiasse, c'è stato un momento in cui ha lasciato perdere e poi è successo di nuovo. Ma i fischi per me non hanno avuto alcun effetto. Con il passare degli anni ho creato un guscio per proteggermi. Io ho spesso esagerato, ma ad un certo punto pensavo che le persone fossero attori. Ma non mi importava affatto di quello che dicevano o che mi fischiassero".

Yamal con la maglia del Barcellona

"Il Barcellona deve trasformarsi in una società per azioni. Io sono pronto per fare il presidente"

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Piqué infine, da vero imprenditore quale è adesso, ha parlato anche della difficile situazione economica del Barcellona. E ha lanciato anche qui un'altra mezza provocazione: "La situazione è complicata. Il calcio del Barcellona è molto emozionante. Non importa se il club è indebitato o perde milioni, l'unica cosa che conta è se la palla entra in porta oppure no. Ma la verità è che il Barcellona dovrà trasformarsi in una società per azioni, perché non può più permettersi di fare altro. Sembra che il debito non sia una priorità finché la palla continua a rotolare. Ma le difficoltà sono serie". E sull'idea di diventare un giorno presidente del club, l'ex difensore non si è tirato indietro: "Per me non ci sono problemi. Se il club ne avrà bisogno, sarò presidente del Barcellona":