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Parigi, addio. Madrid, benvenuta. Ma certi amori travagliati non si archiviano con una firma. Il destino — che nel calcio, come nella vita, ha un gusto tutto suo per l’ironia — ha orchestrato per Kylian Mbappéun rendez-vous tanto agrodolce quanto inevitabile: semifinale del Mondiale per Club 2025, PSG contro Real Madrid.Un confronto che sa di resa dei conti per l’uomo andato via da Parigi con in valigia sogni, rimpianti e qualche ferita che ancora brucia.
Considerato uno dei migliori calciatori della sua generazione, Kylian Mbappé inizia a farsi notare con la maglia del Monaco, club con cui conquista il campionato francese nella stagione 2016-17. Il 31 agosto 2017 passa al Paris Saint-Germain in prestito con diritto di riscatto: un’operazione che si trasformerà presto in uno dei trasferimenti più costosi della storia del calcio. L'accordo definitivo sarà per 145 milioni di euro più 35 di bonus: il secondo acquisto più costoso di sempre, alle spalle solo del futuro compagno Neymar.
Dal 2017 al 2024, Mbappé sarà il frontman del PSG: sei campionati vinti, due Coppe di Lega, quattro Coppe di Francia, quattro Supercoppe. E, soprattutto, miglior marcatore di tutti i tempi con la maglia parigina. Eppure, manca il trofeo più desiderato: la Champions League, inseguita invano nonostante una squadra costruita su misura per lui.
Dopo anni di telenovelas estive, fughe annunciate e rinnovi al cardiopalma, l’estate 2024 segna la fine definitiva della liason tra Mbappé e Parigi. Un rapporto mai davvero risolto: idolatrato dai tifosi, ma spesso vissuto come una presenza ingombrante. Leader tecnico indiscusso, ma percepito da molti come uno squalo costretto a nuotare in una vasca troppo piccola. Un equilibrio precario tra genio e incompiutezza, tra ambizioni personali e promesse di gloria rimaste sospese.
La Champions mai conquistata, le tensioni nello spogliatoio, la sensazione costante di essere intrappolato in un contesto che non gli bastava più.
Il 3 giugno 2024 il Real Madrid annuncia ufficialmente l’arrivo, a parametro zero, di Kylian Mbappé. Una svolta attesa da anni, quasi inevitabile. E con la camiseta blanca addosso, il campione sembra ritrovare sé stesso: niente più compromessi, niente più attese. Alla Casa Blanca si inserisce in un contesto maturo, solido, costruito per vincere. E lui si dimostra all’altezza: gol, leadership, giocate da album Panini. Il 14 agosto 2024 debutta ufficialmente con i Blancos nella finale di Supercoppa UEFA contro l’Atalanta, e lo fa a modo suo: segna il gol del definitivo 2-0 e si prende subito la scena.
Oggi Mbappé è uno dei volti simbolo del Real. Quel numero 7 sulle spalle, eredità pesantissima, non è più un’ambizione ma una conferma. Il 26 aprile 2025, con il gol segnato al Barcellona nella finale di Copa del Rey, stabilisce il nuovo record di reti in una stagione d’esordio con il Real, superando addirittura Cristiano Ronaldo. A livello personale, la stagione è da incorniciare: capocannoniere della Liga con 31 gol in 34 partite, un rendimento da fenomeno in un campionato storicamente ostico per i debuttanti.
Eppure…Se la stella di Mbappé ha brillato, il bilancio del Real Madrid no: nessun trofeo nazionale, nessuna Champions League. Nemmeno il 2025, a quanto pare, sarà l’anno buono per alzare la Coppa dalle grandi orecchie.
Perché il 2025 è, paradossalmente, l’anno del PSG. Il primo senza di lui. Luis Enrique, con il suo sorriso tagliente, lo aveva detto: “Senza Mbappé giocheremo anche meglio”.
E se è vero che ha ragione chi vince… allora Luis Enrique ha avuto ragione.
Assente per motivi di salute durante la fase a gironi del Mondiale per Club, il capitano della nazionale francese è tornato in campo agli ottavi contro la Juventus, subentrando nell’ultima mezz’ora e contribuendo all’1-0 finale. Ai quarti contro il Borussia Dortmund è partito di nuovo dalla panchina, ma quando è entrato ha lasciato il segno: una sforbiciata pazzesca e l’ennesima dimostrazione che, quando è in forma, resta uno dei migliori attaccanti al mondo.
Ora tocca a Xabi Alonso decidere se schierarlo titolare per la prima volta in questa competizione. Ma una cosa è certa: domani, in campo, non ci saranno solo due corazzate. Ci sarà Mbappé contro il suo passato. Contro i suoi vecchi sogni. E forse, anche contro qualche rimpianto.
Il PSG lo ha fatto diventare quello che è, ma non è mai riuscito a trattenerlo davvero. E proprio senza di lui ha centrato l’impresa che a Kylian è sempre sfuggita: arrivare fino in fondo.
La domanda è: Mbappé può davvero lasciarsi il passato alle spalle, o il passato torna sempre a chiedere il conto? Questa semifinale potrebbe essere l’occasione per dimostrare che aveva ragione lui. Che per diventare davvero grande doveva andarsene. Che Parigi era solo il trampolino, non il traguardo.
Ma i vecchi amori, anche quando finiscono male, lasciano dei segni. E se fosse proprio il PSG a eliminare il Real, la batosta sarebbe difficile da mandare giù.
Malgrado gli stadi mezzi vuoti, i biglietti svenduti all’ultimo minuto e un entusiasmo che fatica a decollare — al punto da spingere il ragazzo d’oro dei Blancos a photoshoppare maldestramente il pubblico sugli spalti per i suoi contenuti Instagram — la sfida tra Real e PSG ci regala un duello aristotelico tra Atto e potenza, tra ciò che si è stati e ciò che si vuole diventare.
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