Continuano senza sosta le polemiche contro gli arbitri in Spagna
La crisi degli arbitri in Spagna raggiunge un nuovo punto critico con il caso di José Luis Munuera Montero. Il Comitato per la conformità normativa della RFEF ha avviato un’indagine sulle attività extra-sportive dell’arbitro andaluso, il quale, in attesa del verdetto, è stato sospeso dalla designazione delle partite. Una decisione che, per Montero, è solo l’ennesima conferma della pressione insostenibile a cui sono sottoposti gli arbitri.
⚽️ Munuera Montero, en @partidazocope
❌ "Con el VAR se siguen cometiendo errores"
📺 "El VAR no lo hemos puesto nosotros"
🤖 "No queremos fallar, pero hasta que no inventen un robot infalible vamos a seguir cometiendo errores"
— El Partidazo de COPE (@partidazocope) February 18, 2025
Intervenuto nel programma El Partidazo di COPE, Munuera Montero ha espresso il suo sgomento per il trattamento ricevuto: "Sono stato il primo a sentire queste voci, queste menzogne, e ho cercato di chiarire tutto. Collaboro con questa società da un anno, ho fatto poche conferenze per trasmettere ai giovani i valori dello sport, e ora mi trovo in mezzo a un vortice di calunnie. Sono sereno, ma voglio smentire tutte queste accuse infondate".
"La mia azienda un investimento per il futuro"
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La sua azienda, Talentus Sports Speakers, è finita nel mirino della polemica, ma l’arbitro ha spiegato: "Tengo conferenze da anni, insegnando i valori che ho appreso dalla mia famiglia e dallo sport. Ho creato questa attività per il futuro, quando non sarò più arbitro. Organizziamo incontri per aziende e, come servizio gratuito, forniamo ai giovani un database con contatti del business sportivo. Non c’è nulla di oscuro. Ho parlato con il mio avvocato e sono a completa disposizione per chiarire tutto. Non ho nulla da nascondere".
"Clima insopportabile"
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Ma la questione va oltre il singolo caso. Munuera Montero ha denunciato il clima di odio crescente contro gli arbitri e le conseguenze sulla sua famiglia: "Subiamo attacchi da troppo tempo. Mio padre, un uomo di 90 anni che va a messa, viene coinvolto in questa vicenda. I miei nipoti vengono calunniati, i miei fratelli molestati. Dove stiamo andando? Che sport stiamo costruendo?". L’arbitro racconta di aver ricevuto oltre 100.000 messaggi minatori, tra insulti e minacce di morte, al punto da dover chiudere il suo profilo LinkedIn. "Io posso sopportarlo, ma i miei genitori non meritano tutto questo".
Sull’arbitraggio e sugli errori commessi in campo, ha poi aggiunto: "Non credete a tutto ciò che leggete. Vogliamo essere rispettati come i giocatori e i club. Sbaglieremo sempre, anche con il VAR, perché siamo esseri umani. Ma non siamo noi ad aver portato il VAR, sono state le squadre". Infine, riguardo alla sua situazione personale, conclude: "Mi sono fatto da parte finché tutto non sarà chiarito. La UEFA mi ha contattato e, per protocollo, mi ha sospeso temporaneamente. Ma quello che mi preoccupa davvero è il clima di caccia alle streghe contro gli arbitri".