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José Mourinho è tornato a riflettere sulla sua carriera in un’intervista rilasciata a Sportynet, ribadendo che le sue vittorie non possono essere ridotte a una semplice somma di trofei. “Rende speciale soprattutto il modo in cui vinco. Vincere la Champions League con il Porto non è la stessa cosa che vincere la Champions League con il Barcellona. Vincere la Champions League con l’Inter non è la stessa cosa che vincere la Champions League con il Real Madrid”, ha spiegato. Per lo “Special One”, ciò che conta davvero è il peso storico dei suoi successi, capaci di segnare la storia dei club che ha allenato.
Mourinho ha voluto ricordare anche il suo periodo al Real Madrid, dove pur senza alzare la Champions League, è riuscito a lasciare un segno indelebile. “Io non ho vinto la Champions League, ma ho vinto il campionato e la coppa, ho battuto il Barcellona, la squadra più forte del mondo, e ho interrotto un ciclo di dominio del Barcellona sul Real Madrid”, ha sottolineato. Un’affermazione che testimonia come, per il tecnico portoghese, il valore di una vittoria non sia solo nei numeri, ma nell’impatto che essa ha sulla storia del calcio.
Mourinho non ha dimenticato i suoi due anni e mezzo alla Roma, un’esperienza che definisce speciale. Il momento più alto è stato il 25 maggio 2022, quando a Tirana i giallorossi conquistarono la Conference League, battendo il Feyenoord in finale.
“Il mio ultimo titolo UEFA con la Roma è il primo e unico titolo europeo della Roma”, ha ricordato con orgoglio. “Le cose che ho fatto non contano soltanto per il numero di titoli che ho vinto, ma per il modo in cui li ho vinti. Sono uno dei migliori; se qualcuno dirà di no, non sarò d’accordo”.
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