Gerard Piqué, campione del mondo e vincitore di numerosi trofei nel corso della sua carriera, si è reinventato dando vita alla 'Kings League'. La competizione, che è un misto tra eSports e calcio classico, approderà a Torino il 18 novembre e per l'occasione l'ex calciatore ha anche parlato al 'Corriere dello Sport'.
La rinascita
Piqué: “Dopo vent’anni ero saturo del calcio: a un certo punto non ne puoi più”
Piqué sull'addio al calcio e non solo
—"La Kings League - ha esordito nell'intervista - è un mix di eSports e calcio tradizionale. Noi usiamo il calcio perché sappiamo che è lo sport più seguito al mondo, ma allo stesso tempo applichiamo tante regole proprie dei videogames". Ma poi ha continuato parlando anche del passato e svelando retroscena sul suo addio al mondo del pallone: "Magari in futuro rientrerò nel calcio facendo altre cose. In questo momento mi sento focalizzato e a mio agio. Fare l’allenatore però non mi interessa, vent’anni di routine mi hanno portato alla saturazione. Ogni giorno l’allenamento, la partita ogni tre o quattro, avevo proprio bisogno di staccare".
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"Sfinito anche da Guardiola? Un po’ - ha riferito. Sono stati tanti anni, anni di carriera in grandi club come il Manchester United e il Barça dove sei costretto a giocare ogni tre giorni e va a finire che a un certo punto non ne puoi più. Conservo ricordi bellissimi, ho avuto tanta fortuna e vinto tantissimo, ho realizzato il sogno di bambino, giocare al Camp Nou. Ricordo del Barça? I trofei sono solo oggetti di metallo. Ho una casa piena di coppe e medaglie, ma non do importanza a quelle. Ho invece ben presenti e vive le emozioni, i sacrifici fatti per vincere e ripetersi. Mi piace pensare che abbiamo fatto felice tanta gente".
"Mai vicino alla Serie A? L’ultimo anno a Manchester, prima di andare al Barça, stavo per passare alla Juventus. Tornato a casa, non ho più avuto tentazioni. Era il 2007".
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