La disgrazia

Pooley, il tifoso ucciso allo stadio: il Ghana piange la sua vittima

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Durante una partita tra Asante Kotoko e Nsoatreman, un sostenitore è stato barbaramente assassinato
Luca Quadraro

La passione per il calcio, quel sentimento che unisce migliaia di cuori, ha preso una piega tragica in Ghana. Durante una partita tra Asante Kotoko e Nsoatreman, un tifoso è stato barbaramente ucciso, ponendo l'ennesimo drammatico riflettore sulla violenza che infetta gli stadi di questo paese. Francis Yaw Frimpong, conosciuto come Pooley, non è più tra noi, ma la sua morte ha acceso un dibattito che non può essere ignorato.

Pooley era un tifoso devoto dell'Asante Kotoko, uno dei club più prestigiosi del Ghana, e come molti appassionati, seguiva la sua squadra con ardore. Quel giorno, però, l'entusiasmo per il calcio ha lasciato spazio alla follia: un’accesa discussione con un uomo non identificato è degenerata in un’aggressione che ha avuto conseguenze fatali. La violenza che ha scosso il match tra le due squadre non si è fermata lì, ma ha continuato a prendere piede, con scontri tra tifosi, invasioni di campo e attacchi ai giocatori.

Un ambiente tossico

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La violenza negli stadi non è una novità in Ghana. Già nel 2001, un altro episodio tragico aveva segnato la storia del calcio locale: un vero e proprio massacro a Accra, con oltre 120 morti. Ma nonostante gli sforzi per migliorare la sicurezza, il fenomeno continua a ripetersi. Oggetti lanciati sul campo, invasioni da parte dei tifosi e attacchi a calciatori e ufficiali sono scene ormai troppo familiari.

Nel corso della partita di domenica, il portiere dell’Asante Kotoko, Mohammed Camara, è stato brutalmente aggredito da alcuni tifosi invasori. La situazione ha costretto una sospensione temporanea del gioco, ma alla ripresa, nonostante il caos, la squadra di casa ha vinto per 1-0. La partita non è stata solo una sconfitta sportiva, ma un duro colpo all’anima del calcio ghanese.

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Il dolore e la condanna

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La notizia della morte di Pooley ha scosso tutto il paese. Il suo nome è diventato virale su  X (ex Twitter), dove centinaia di tributi hanno invaso i social. La passione che nutriva per la sua squadra non sarà mai dimenticata, e la sua morte è un ammonimento doloroso per chi pensa che il calcio possa giustificare la violenza.

I due club coinvolti, Asante Kotoko e Nsoatreman, hanno condannato fermamente gli scontri, mentre la Ghana Football Association (GFA) ha preso misure drastiche: divieto per Nsoatreman di utilizzare il loro stadio e sospensione delle partite di campionato fino a nuovo ordine. L’ente ha promesso di lavorare per migliorare la situazione, ma la realtà dei fatti resta una sola: la violenza è ancora troppo presente negli stadi.

Flashback of the late Francis Yaw Frimpong, affectionately called Nana Pooley, doing his usual pre-match ritual of beating the gong gong before Kotoko’s games.#3Sportspic.twitter.com/ioafYG7u8p

— #3Sports (@3SportsGh) February 3, 2025

L'appello alla sicurezza

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Mentre il calcio in Ghana affronta una crisi di credibilità e appeal, le voci che chiedono maggiore sicurezza negli stadi si fanno sempre più forti. Non sono bastate le multe o i divieti a fermare le violenze, e molti si chiedono se le attuali misure siano davvero sufficienti a proteggere tifosi, giocatori e ufficiali. Ogni settimana, la paura di un nuovo episodio di violenza cresce, e la domanda che tutti si pongono è: "Fino a quando?"