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Portogallo, Martinez: “Non leggo le critiche. Ronaldo? Se non segna si parla solo della sue età”

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Il ct dei lusitani prepara la sfida decisiva contro la Danimarca: obiettivo semifinale di Nations League davanti a un José Alvalade sold out
Nancy Gonzalez Ruiz
Nancy Gonzalez Ruiz

Roberto Martínez non si nasconde alla vigilia di un appuntamento che può cambiare il cammino europeo e mondiale della sua squadra. Il tecnico spagnolo del Portogallo si è presentato in conferenza stampa con lo sguardo di chi sa che l’1-0 incassato all’andata a Copenaghen pesa, ma non è un fardello insormontabile. Al contrario, la sfida casalinga di domani contro la Danimarca al José Alvalade si preannuncia come l'occasione perfetta per provare a ribaltare la situazione e centrare la qualificazione alle semifinali della Nations League.

Danimarca-Portogallo, le parole di Martinez

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Martinez è lucido nel riconoscere i limiti mostrati nel match d’andata, ma è altrettanto deciso nel sottolineare che, adesso, il contesto sarà tutto a favore dei lusitani: pubblico caldo, stadio esaurito e motivazioni alle stelle: "La nostra prestazione contro la Danimarca è stata scadente, ma contro una squadra forte che ha giocato bene. Sono aggressivi e pressano alti. La seconda partita è in casa, l'Alvalade è esaurito, queste sono le partite che ci piacciono e a cui siamo orgogliosi di giocare. Dobbiamo migliorare molto, ma si tratta solo di mettere a punto quanto fatto a novembre. In Danimarca non abbiamo mostrato la nostra identità, non avevamo intensità", ha spiegato il commissario tecnico portoghese.

Sotto i riflettori, ma senza paura

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Sull’onda di chi lo incalza sulla pressione, Martinez risponde senza esitazioni, facendo ricorso alla sua esperienza pluriennale in panchina. La pressione c’è, ma ha una sola origine: se stesso.

"Ho iniziato ad allenare nel 2007, ho perso i capelli e molte cose sono cambiate. Ma fa parte della mia posizione. Voglio il meglio per il Portogallo. Pressione? Molta, la mia. La prestazione contro la Danimarca non è stata al nostro livello. Pressione massima, non dall'esterno. Siamo una squadra unita e forte e possiamo contare sul sostegno di tutti in Federazione. L'avversario è la Danimarca, non la pressione esterna", ha ribadito, sottolineando come la compattezza interna sia una delle armi principali dei lusitani.

Ronaldo, doppio centravanti e critiche

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I dubbi tattici non mancano, ma Martinez mostra una serenità derivante dalla duttilità che il gruppo ha saputo esprimere nel corso delle sue ultime uscite: "Io credo che negli ultimi 27 incontri lo abbiamo dimostrato. Le nostre squadre sono molto flessibili tatticamente: giochiamo con una punta, ma anche con due. Contro la Slovacchia, ad esempio, c'erano Cristiano Ronaldo e Gonçalo Ramos insieme, altre volte Diogo Jota con due attaccanti. Dobbiamo solo sfruttare al meglio le nostre qualità in base all'avversario. Se Cristiano segna, è il giocatore più importante della squadra. Se non segna, si parla della sua età. Non è una valutazione corretta", ha chiarito il ct, a difesa dei suoi veterani.

E alle critiche degli ultimi giorni risponde con fermezza: "Sarò molto, molto onesto. Non vedo, non leggo nulla. Non riuscirei a fare bene il mio lavoro. Il mio compito, in 72 ore, è preparare i giocatori e valutare la partita. Le critiche fanno parte del mestiere. Lavoreremo al massimo per raggiungere la final four. Questo è l'obiettivo. L'attitudine e l'impegno dei ragazzi sono esemplari e io valuto solo ciò che vedo dentro lo spogliatoio", ha puntualizzato Martínez.

Bernardo Silva da celebrare

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Tra le certezze della vigilia, una porta la firma di uno dei leader tecnici e carismatici di questo Portogallo. Bernardo Silva sarà titolare e vivrà un traguardo speciale.

"Sì, non è una novità. Dobbiamo gestire al meglio i giocatori in un arco di 72 ore. Bernardo sarà nell’undici iniziale, merita di cominciare la partita perché raggiunge un traguardo importante. È il nostro ottavo calciatore a toccare quota 100 presenze. Prima del fischio d'inizio, Alvalade deve essere una festa per lui e per ciò che rappresenta per il nostro calcio. Poi dovremo trasformare questa energia in una grande prestazione", ha annunciato.

La chiave: tornare a essere il vero Portogallo

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Martinez, infine, individua la priorità assoluta: ritrovare l’identità smarrita a Copenaghen. "Domani è fondamentale essere noi stessi. In Danimarca non abbiamo mostrato la nostra identità con la palla, non abbiamo creato superiorità numerica tra le linee, non siamo mai arrivati davvero nell’ultimo terzo di campo. Ci sono molte cose da sistemare, ma siamo pronti", ha assicurato il ct.

E a chi gli chiede se il Portogallo dovrebbe giocare sempre a un livello superiore, risponde con realismo: "Vogliamo la perfezione, ma il calcio non è così. Abbiamo disputato partite eccellenti e altre più difficili. Nei gironi di qualificazione abbiamo ottenuto dieci vittorie su dieci. Poi al Mondiale il nostro miglior match è stato contro la Francia. È normale crescere strada facendo. Ora dobbiamo solo vincere questa sfida: la final four è un obiettivo fondamentale".

Con queste premesse, l’Alvalade è pronto a trasformarsi in una bolgia. Martinez lo sa: sarà un testa a testa tra determinazione e intensità, tra una Danimarca spavalda e un Portogallo deciso a riprendersi tutto.