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Sia campo che panchina, Mister mi passa la palla? Vialli e Gullit prima di Roo

Gianluca Vialli protagonista con il Chelsea negli anni novanta

Dopo Kompany anche Rooney è pronto a ricoprire il doppio ruolo di allenatore-giocatore. Una moda nata proprio in Inghilterra negli anni '80 con Kenny Dalglish che portò il Liverpool alla conquista di nove trofei. Tra i grandi protagonisti del...

Enrico Vitolo

Ci sono mode e mode. Ci sono quelle che durano appena una settimana e non verranno mai più ricordate, quelle che non smetteranno mai di esistere e rimarranno per sempre nella storia, ma anche quelle che dopo aver attirato su di sé l’attenzione per un po' di tempo ritornano poi all’improvviso ad essere, appunto, di moda. Esattamente come quella che attualmente sta ritornando a far parlare di sé nel mondo del calcio in questa calda estate targata 2019. Un po' a sorpresa riecco la moda dell’allenatore-giocatore: Vincent Kompany all’Anderlecht e Wayne Rooney, probabilmente, al Derby Country hanno riportato in un colpo solo la Premier League indietro nel tempo. Perché specie in Inghilterra, infatti, il doppio ruolo ha avuto un certo successo a cavallo tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta.

Nel 1985 Kenny Dalglish aprì le porte a tutti, o quasi, diventando il giocatore ma soprattutto l’allenatore del Liverpool, con tanto di tre campionati, due FA Cups e quattro Charity Shields vinte. Nello stesso periodo decise di percorrere la stessa strada anche Graeme Souness che con i Glasgow Rangers conquistò fino al 1991, anno in cui lasciò l’incarico anche Dalglish, tre campionati scozzesi e quattro coppe di Scozia. Non andò poi così male, anzi tutt’altro, neppure dalle parti del quartiere Chelsea dove negli anni novanta, il proprietario Ken Bates, puntò esclusivamente sul doppio incarico. La prima scelta ricadde su Glenn Hoddle che mise le basi per la costruzione di quello che sarebbe poi diventato un club prestigioso a livello inglese ed europeo, successivamente spazio all’era Ruud Gullit, ed infine testimone consegnato a Gianluca Vialli che come i suoi predecessori preferì comunque più allenatore che scendere in campo.

L’italiano, pronto ora a diventare presidente, conquistò una League Cup, una Coppa delle Coppe (a 33 anni e 308 giorni Vialli è stato fino al 2011, momento nel quale Villas Boas si impose in Europa League a 33 anni a 213 giorni, il più giovane vincitore di una competizione UEFA) e una Supercoppa Europea. Garry Monk allo Swansea, Gianluca Zambrotta al Chiasso, Gennaro Gattuso al Sion ed Edgar Davids al Barnet in Championship gli unici superstiti di una moda che negli anni duemila non ha avuto poi grande riscontro in giro per il mondo. Almeno fino ad oggi.

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