derbyderbyderby calcio estero Goycochea ricorda Italia ’90: “Non paravo rigori a caso, avevo informazioni”

Un viaggio emotivo tra episodi indimenticabili

Goycochea ricorda Italia ’90: “Non paravo rigori a caso, avevo informazioni”

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Sergio Goycochea, storico portiere dell’Argentina, racconta i momenti più intensi dei Mondiali del 1990: dai rigori parati contro l’Italia alla leadership di Diego Armando Maradona, passando per il suo approccio mentale alle sfide decisive.
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Goycochea racconta Italia ’90: “I rigori parati a Serena e Donadoni mi cambiarono la vita”

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L’ex portiere argentino Sergio Goycochea rivive, in un'intervista a diretta.it, l’epica cavalcata dell’Albiceleste ai Mondiali del 1990, soffermandosi sul momento che ha segnato la svolta della sua carriera: la semifinale contro l’Italia a Napoli del 3 luglio...

“I due rigori con l'Italia. Quello a Serena e quello parato a Donadoni. I rigori parati contro la Jugoslavia devono essere ricordati dal 3% delle persone che incontro. Le due scene erano simili, ma la gente ricorda la serie contro l'Italia.”

La psicologia dei rigori: “È il momento più stressante, ma anche il più libero”

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Goycochea, oggi 61enne, descrive come affrontava mentalmente i rigori, trasformando la pressione in una risorsa.

“Non avevo nulla da perdere. È il momento più stressante di una partita, perché sappiamo tutti che un rigore è un episodio decisivo, ma comporta anche la minor pressione. Perché non sei gravato dalla responsabilità di dire: 'Devo pararlo perché se non lo faccio…'. Al contrario, se lo pari, va tutto bene. Mi sono concentrato in questo modo per evitare che la pressione mi paralizzasse.”

Il silenzio del San Paolo e l’atmosfera di Napoli

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Il portiere argentino ricorda con emozione lo stadio San Paolo, teatro di una delle serate più memorabili della sua vita.

“Sì, lo ricordo ancora, è stato bellissimo. Mi avevano mandato il video in VHS e purtroppo si è danneggiato. Ma è stato incredibile. Victor Hugo (il cronista storico) direbbe: ‘Un silenzio assordante’. Sentivo le urla dei ragazzi provenire da metà campo, la folla era una minoranza ma si faceva comunque sentire.”

Maradona e la sua calma glaciale: “Aveva una personalità speciale”

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Tra le immagini indelebili di Italia ’90 c’è anche il rigore di Diego contro l’Italia.

“L'ho visto molto sicuro di sé. Ha tirato lo stesso rigore che aveva sbagliato tre, quattro giorni prima. Nello stesso punto. Il portiere Zenga si è buttato dal lato sbagliato. Ma Diego aveva una personalità speciale, ed è per questo che è andato a eseguirlo con tanta calma.”

“Non paravo rigori per caso, avevo informazioni”

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Goycochea smentisce il mito del rigore come “lotteria”, sottolineando studio e intuizione.

“Tutti dicono che i rigori sono una questione di fortuna, e poi li vedo con il foglietto che analizza dove hanno calciato in altre occasioni. Sono informazioni, non è che tutto sia lasciato al caso. Io non ho parato nessun rigore per caso, avevo informazioni precedenti e ho aggiunto anche la lettura del corpo dell'avversario, anche se non so come spiegarlo.”

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E aggiunge un esempio concreto:

“Nel tiro parato a Serena, la mia testa negli ultimi cinque secondi ha detto: ‘1,90m, sinistro chiuso, tecnicamente accettabile’… Sapevo già che c’erano buone possibilità che il tiro potesse essere incrociato.”

La finale contro la Germania: “Se non lo paro, è andata”

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Goycochea si sofferma sul rigore decisivo di Brehme nella finale del Mondiale.

“Brehme tirava molto bene con entrambi i piedi. E io ho approcciato il rigore come quinto di una serie. Dopo non ci sarebbe stato più nulla. Eravamo stanchi, eravamo decimati, era l'unica cosa che ci rimaneva. ‘Se non lo paro, è andata’, mi sono detto.”

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Dal Camerun alla finale: una rinascita emotiva

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Dalla panchina alla gloria, il percorso del portiere argentino fu tutt'altro che lineare.

“L'allenatore (Bilardo) ci conosceva perfettamente. Avevamo Diego come leader. Iniziare con un pareggio contro il Camerun sarebbe già stato brutto per noi, immaginate cosa significava perdere. Ma ce l'abbiamo fatta grazie alla bravura dell'allenatore, perché avevamo una base di esperti vincitori della Coppa del Mondo, e in questo senso lo spirito è stato fondamentale.”

La “seconda mano di Dio”: “Metà spalla, metà mano”

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Infine, un episodio passato alla storia: l'intervento irregolare di Maradona contro l’Unione Sovietica.

“Sì, Diego l'ha tirata fuori, metà spalla e metà mano. Era un calcio d'angolo contro, era diretto sul palo vicino, non è che io potessi uscire, e Diego che era sul palo vicino ha finito per prenderla con il petto/braccio.”