
Senza giri di parole Mauricio Pochettino, dallo scorso mese di settembre nuovo commissario tecnico degli Stati Uniti, ha spiegato cosa servirà alla sua squadra per arrivare in forma ai Mondiali di casa del 2026.
Mentalità
Senza giri di parole Mauricio Pochettino, dallo scorso mese di settembre nuovo commissario tecnico degli Stati Uniti, ha spiegato cosa servirà alla sua squadra per arrivare in forma ai Mondiali di casa del 2026.
Il 52enne tecnico argentino, che in carriera ha allenato Espanyol, Southampton, Tottenham, Paris Saint-Germain e Chelsea, in vista dell'amichevole contro il Venezuela ha parlato così in conferenza stampa: "Esiste ancora un divario da nazionali come Argentina e Spagna, ma lo stiamo riducendo ogni giorno. Penso che si tratti di una questione di fiducia. Credo che essere un po' più arroganti nella nostra capacità di credere che possiamo farcela e che abbiamo la qualità sufficiente per competere allo stesso livello sia fondamentale. Penso che sia questo il punto in cui siamo ora, credo che arriveremo al 2026 a quel livello".
Insomma, Pochettino ha indicato la via agli USA nell'ottica di poter competere con nazionali storicamente forti, vedi Spagna e Argentina: "Il nostro obiettivo principale è avere il possesso del pallone e poi evolvere e sviluppare tutti i modi per mantenere il possesso. Naturalmente bisogna essere aggressivi e segnare un gol perché, alla fine, nel calcio conta segnare e non concedere gol. In questo momento dobbiamo reagire, dobbiamo essere esplosivi, avere potenza, dobbiamo avere la capacità, la concentrazione, il focus e l'aggressività. E, ovviamente, l'organizzazione per recuperare il pallone il più velocemente possibile".
Pochettino considera gli USA una nazionale piena di talento. L'ex allenatore del Chelsea, tra le altre, ha comunque voluto sottolineare un aspetto fondamentale. Per Pochettino sarà importante la mentalità: "È il modo in cui i giocatori argentini competono, questa è la mentalità giusta. Quando perdi un pallone, piangi. Quando perdi una partita, piangi, magari passi una settimana in camera tua. È il modo di difendere la tua bandiera, come difendi la tua identità, la tua cultura. Penso che sia questo che vogliamo trasmettere. Quando giochi per la tua nazionale e ascolti il tuo inno, devi sentire qualcosa sulla tua pelle, dentro te stesso. Se siamo capaci di sentire questo, abbiamo la qualità e le giuste capacità. Siamo professionisti, quindi abbiamo la disciplina professionale. Penso che possiamo costruire una squadra molto competitiva".
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