LA TESTIMONIANZA DELLA COLLEGA IRYNA KOZIUPA

Ucraina, continui blackout: il popolo non riesce a distrarsi guardando i Mondiali

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La guerra in Ucraina non si ferma e questo Mondiale è un po' atipico per le migliaia di famiglie presenti ancora nel paese. Missili e blackout sono una costante in una popolazione che continua a vivere in vero e proprio tormento.

Davide Capano

I blackout causati dagli attacchi missilistici russi rendono difficile per gli ucraini seguire le gare dei Mondiali. In situazioni normali, la Coppa del Mondo verrebbe vissuta come una festa in ogni angolo del territorio, soprattutto se giocasse anche la Nazionale ucraina, spiega all’agenzia di stampa EFE Iryna Koziupa, giornalista di “Tribuna”, uno dei più grandi portali sportivi dell’Ucraina.

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La selezione giallo-blu ha eliminato la Scozia nonostante la maggior parte dei giocatori non giocasse da mesi, ma non è riuscita a qualificarsi per il Qatar dopo aver perso lo spareggio contro il Galles. Il calcio è passato in secondo piano nella tragedia quotidiana che sta vivendo il Paese. Nonostante tutto, Koziupa era fiduciosa che il torneo avrebbe portato almeno un attimo di respiro e che gli ucraini avrebbero potuto guardare le partite all’aperto grazie al canale pubblico “Suspilne”. Ma le interruzioni di corrente di emergenza lasciano le persone senza elettricità per ore. Molti non vedono la competizione per la prima volta nella loro vita.

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“A volte pianifichi di guardare una partita dell’Argentina e finisci per guardare gli ultimi minuti di quella del Camerun, se sei fortunato”, racconta la giornalista. Per Koziupa, la Coppa del Mondo sembra qualcosa che accade in una “realtà parallela” agli effetti devastanti della guerra. Iryna sottolinea come “coloro che possono partecipare probabilmente non si rendono conto di quanto siano fortunati ad essere lì”.

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La stessa cronista è andata di bar in bar a Ternopil (città dell’Ucraina occidentale) cercando di seguire una trasmissione televisiva, mentre i suoi colleghi di Kiev hanno cercato di connettersi al Wi-Fi nelle stazioni della metropolitana che fungono anche da rifugi antiaerei. “A volte prego che gli arbitri non aggiungano tempi di recupero alle partite. Ho paura che la corrente possa spegnersi in qualsiasi momento senza che il mio lavoro sia finito”.

Nonostante la guerra in corso, in Ucraina si sta svolgendo una nuova stagione del campionato di calcio. Gli incontri si disputano, anche se senza pubblico, nell’ovest del Paese, relativamente più sicuro, e nella capitale. Spesso vengono interrotti per ore, in attesa che nei rifugi antiaerei venga tolta l’allerta aerea. Ma tutti i match sono stati completati. La qualità del gioco è diminuita poiché molti giocatori stranieri sono andati via. Ma in compenso la cantera ucraina sta avendo la sua opportunità. Lo Shakhtar Donetsk ha messo in difficoltà il Real Madrid nella fase a gironi di Champions League e si è qualificato per l’Europa League. A febbraio affronterà i francesi del Rennes.

Il cambiamento più importante, però, riguarda l’atteggiamento dei calciatori, che erano “apolitici” nonostante la guerra con la Russia fosse effettivamente iniziata più di 8 anni fa, dopo l’annessione della Crimea. “Prima si aggrappavano al mantra che il calcio fosse al di là della politica – conclude Koziupa –. Ma questa guerra ha colpito tutti e tutto, compreso il calcio”.

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