OBIETTIVO RIPESCAGGIO IN SERIE C

Asta da 125mila euro davanti al Giudice: così rinasce e ritorna la Reggina

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La LFA Reggio Calabria si è aggiudicata l'asta per i beni materiali della Reggina 1914 srl, tra cui i marchi, adesso il club può richiedere il cambio di denominazione e tornare a chiamarsi Reggina.
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Redazione DDD Direttore responsabile 

Nino Ballarino ce l'ha fatta, ha ottenuto il marchio, cosa che sognava da quando è arrivato a Reggio Calabria nove mesi fa. E l’ha fatto secondo alcuni in forte contrapposizione con il Sindaco della città, secondo altri in un clima invece di sostanziale spirito di collaborazione. L’Amministrazione Comunale, infatti, aveva stanziato un tetto massimo di 120 mila euro. La Fenice Amaranto ha offerto 125 mila euro.

La Fenice Amaranto ha acquisito il marchio, la storia e il palmares della Reggina presso il Tribunale, dalla curatela fallimentare del vecchio club

Quindi, dopo la tanto attesa apertura delle buste, la LFA Reggio Calabria si è aggiudicata, con un'offerta di 125 mila euro, il glorioso marchio della Reggina 1914. Tre le offerte per l'asta, quella di Stefano Bandecchi, il Comune di Reggio Calabria e La Fenice di Ballarino. Questa mattina Ballarino, rispondendo alle domande dei giornalisti, si è dichiarato pronto a presentare domanda di ripescaggio in serie C.

Al termine dell’asta il nuovo patron del glorioso club reggino Nino Ballarino ha stemperato e ringraziato: “Voglio ringraziare il sindaco e l’amministrazione perchè l’idea era quella di aver messo una base forte per garantire il futuro della società e del marchio. Ne dovrò prima parlare con la società ma troveremo un modo insieme al sindaco perchè il marchio non vada più nelle aule dei tribunali. L’idea del sindaco poteva anche sembrare contrastante ma oggi invece lo ringrazio”. Dal canto suo le dichiarazioni del sindaco Falcomatà: "L’asta in sé è durata relativamente poco, il tempo è trascorso per verificare la correttezza delle offerte, gli assegni circolare e tutto il resto. Poi il momento dell’asta e, infine, la firma dei verbali. L’offerta de La Fenice ha superato quella del Comune che non ha potuto rilanciare, in quanto il tetto massimo dell’amministrazione era fissato a 120mila euro”.

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