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IL MILANISTA MANDELLI RACCONTA

Davide Mandelli, tifo Milan e biscotti Plasmon: “Che rimpianto il preliminare Champions con il Chievo”

VERONA, ITALY - OCTOBER 25:  Davide Mandelli of Verona and (R) Clarence Seedorf of Milan in action during the Serie A match between Chievo Verona and AC Mialn on October 25, 2006 in Verona, Italy.  (Photo by New Press/Getty Images)

L’ex difensore, da sempre tifoso milanista, cresciuto a biscotti Plasmon e stadio San Siro, elogia Pioli, Ibra e vuole fare ancora esperienza da allenatore dopo Novara…

Davide Capano

“Non voglio essere ruffiano, ma tutti mi hanno lasciato qualcosa. Ero uno sgobbone, avevo sete di imparare sempre, così da tutti ho appreso qualcosa. Potrei fare tanti nomi: Gigi Simoni, Sannino, Mario Beretta, Del Neri, Pillon… dovendo fare una scelta, ti faccio un nome che oggi è troppo facile fare, perché è sulla bocca di tutti, ma sono sincero: Stefano Pioli”. Risponde così Davide Mandelli, ex difensore di Chievo, Torino e Siena, alla domanda sull’allenatore a cui è rimasto più legato, nella lunga intervista rilasciata a Il Corsivo Sportivo.

 (Photo by Dino Panato/Getty Images)

Adesso il 43enne nato a Monza allena pure lui, ma non dimentica gli avversari che soffriva particolarmente in campo: “Parecchi, non uno solo. Ho avuto la fortuna di giocare contro alcuni mostri sacri del calcio: Shevchenko, Del Piero, Vieri, Adriano, Crespo, Totti… la lista sarebbe lunghissima. Ma se devo fare un nome su tutti dico Ibrahimovic. Provate a immaginare il giocatore che è oggi, ma più mobile”.

 (Photo by New Press/Getty Images)

Mandelli, tifoso ancora oggi del Milan, cresciuto a biscotti Plasmon e stadio San Siro, racconta pure del preliminare di Champions League giocato col Chievo nell’agosto 2006: “Ho pochi rammarichi per quanto riguarda la mia carriera. Uno, il più grande, riguarda la partita di andata del preliminare, che non giocai a causa di un infortunio che potevo tranquillamente evitare. Giocai la partita di ritorno non al centro percento, ero un giocatore importante per quella squadra, fu un dispiacere non presentarsi al massimo a un appuntamento del genere. Tra l’altro il sorteggio fu benevole, pescammo il Levski Sofia che era un avversario alla nostra portata, ma non riuscimmo ad imporci. Successivamente, venimmo eliminati anche dal preliminare di Europa League contro il Braga, e a fine stagione retrocedemmo in serie B. Un anno nero”.

Non manca poi una battuta sul futuro in panchina: “Spero di sì, mi piacerebbe. Ho allenato nelle giovanili del Chievo, poi sempre a Verona sono stato vice di Michele Marcolini in prima squadra. Recentemente abbiamo avuto una esperienza poco fortunata a Novara, tutto comunque contribuisce ad aumentare il bagaglio di esperienza. Anche continuare come collaboratore di Marcolini non mi dispiacerebbe”.

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