Succede in Umbria

Dilettanti, campo squalificato per lancio di panini e ossa di bistecche

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Nei dilettanti ci sono episodi onorevoli, ed altri molto poco urbani. In questo articolo, due episodi successi in Umbria, al limite della squalifica perpetua
Michele Bellame Redattore 

Il calcio dilettantistico è la culla dove appassionati e futuri campioni iniziano a calcare i primi passi. Nonché, i palcoscenici di coloro che smettono di giocare. Però, non mancano episodi che mettono in luce criticità e comportamenti al di fuori del buonsenso.

Dalle decisioni del giudice sportivo del Comitato Regionale Umbria della Lega Nazionale Dilettanti emergono due casi emblematici, che hanno portato a pesanti sanzioni per le società coinvolte.

Narnese: vittoria in campo, caos fuori

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La Narnese, quinta in classifica nel campionato di Eccellenza umbra e in piena corsa per la promozione, ha superato per 3-2 l’Ellera in un match intenso e decisivo. Tuttavia, a fine partita, la situazione è degenerata.

I tifosi della Narnese hanno lanciato oggetti – tra cui bottiglie d’acqua, panini, bistecche e ossa – verso i giocatori avversari, colpendo anche un assistente e provocandogli dolore. Questo comportamento ha portato a una sanzione di un turno a porte chiuse e a una multa di 1.500 euro. Il giudice sportivo ha sottolineato come la Narnese sia già stata multata più volte durante la stagione, evidenziando una recidiva nei comportamenti scorretti.

Cerqueto: minacce ed aggressioni all’arbitro

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Un altro episodio di certo non urbano, viene dal campionato di Promozione (girone B), il Cerqueto di Gualdo Tadino è finito sotto i riflettori per un episodio gravissimo. Durante la partita contro lo Spoleto, i tifosi del Cerqueto hanno insultato e minacciato di morte l’arbitro già dal 30° minuto del primo tempo. A fine gara, la situazione è precipitata: circa 40-50 tifosi si sono radunati fuori dallo stadio in atteggiamento ostile, bloccando l’uscita dei direttori di gara con un’auto parcheggiata davanti al cancello.

Nonostante l’intervento delle forze dell’ordine, i tifosi hanno continuato a minacciare e insultare l’arbitro, colpendo la sua auto con manate e sputi. Anche dopo essere riusciti a lasciare lo stadio, i direttori di gara sono stati seguiti e molestati lungo la strada, con auto che li abbagliavano e suonavano il clacson in modo intimidatorio.

Le sanzioni sono state severe: due turni a porte chiuse, una multa di 1.500 euro e la squalifica di un dirigente fino al 30 novembre 2025.

Dilettanti: un dilemma tra passione ed eccessi

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Questi episodi mettono in luce il duale volto del calcio dilettantistico: da un lato, la passione e l’impegno che rendono questo sport un’esperienza unica per tifosi e giocatori; dall’altro, comportamenti che travalicano i limiti del rispetto e della sicurezza.

Le sanzioni comminate dal giudice sportivo sono un monito chiaro: il calcio deve rimanere un gioco, dove la competizione si svolga nel rispetto delle regole e delle persone. Tuttavia, è evidente che servano ulteriori misure per educare e prevenire, affinché simili episodi non si ripetano.