L'editoriale

Inter-Milan il giorno dopo: senza tirare in porta non si segna

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La stracittadina di Coppa Italia regala tante sorprese escludendo i nerazzurri dalla competizione
Edoardo Ciriaci

L'Inter deve battere il Barcellona, non diventarlo. Questa spagnoleggiante volontà di entrare in porta con il pallone costringe a lasciare per strada trofei e punti importanti. E dopo Bologna, i nerazzurri cadono di nuovo. Questa volta però il botto si sente a chilometri di distanza. Inter-Milan rappresenta la terza sconfitta in 5 derby giocati nella nuova stagione, il conto delle vittorie nella stracittadina è ancora fisso sullo 0. Ancora peggio se si pensa che uno ha già consegnato la Supercoppa Italiana al Milan, l'altro, quello di ieri a San Siro che i calciatori di Inzaghi hanno perso 0-3 dopo l'1-1- dell'andata, potrebbe garantire anche la Coppa Italia.  Ma prima l'atto finale all'Olimpico di Roma contro Bologna o Empoli.

Il @acmilan vince il derby ed è FINALE di #CoppaItaliaFrecciarossa 🏆🔥#InterMilan 0-3 pic.twitter.com/mtwOEx8jQP

— Lega Serie A (@SerieA) April 23, 2025

Inter-Milan e il muro rossonero

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Il Milan non ha concesso spazi. Ha presentato una linea di 3 difensori che permettesse a Theo Hernandez da una parte e a Jimenez dall'altra, di correre liberi sulle fasce. Al centro grande densità ad impedire qualsiasi tentativo di verticalizzazione. Lautaro è stato praticamente un centrocampista. Come da copione, il toro argentino si abbassava per giocare di sponda con i compagni provando ad aprire le maglie milaniste. Missione non compiuta, risultato? Nessun gol e solo tanti passaggi al limite dell'area, molti dei quali piuttosto imprecisi. Imperdonabile ad una squadra che ha in testa grandi idee.

Tre tiri in porta. Almeno in questo dato, eloquente e crudele, regna l'equilibrio. E pensare che il Barcellona, re del tiki-taka nella mente di chi fa del calcio la sua unica ragione di vita, nell'ultima partita di campionato ha calciato circa 40 volte. Ha vinto 1-0. Ci ha provato e ci è riuscita, l'Inter no.

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Conceição re di derby

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Tatticamente Sérgio Conceição ha incartato l'amico ed ex compagno alla Lazio, Simone. Ai sorrisi e gli abbracci nel pre partita si è aggiunta la rabbia dell'italiano, talmente furioso da intimare il quarto uomo a non concedere neanche un minuto di recupero. Forse per primo ha compreso il momento e il bisogno che i suoi ragazzi avessero di staccare in anticipo la spina e concentrarsi sugli ultimi, più importanti, obiettivi stagionali rimasti. Un giorno in più per recuperare le energie da spendere contro la Roma in campionato, poi tutto sulla semifinale di andata in Champions League contro i catalani. Qui si decide una stagione.

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