derbyderbyderby calcio italiano I Tristi Tropici di Maurizio Sarri: come sta andando il ritorno del comandante sulla panchina della Lazio
RITORNI

I Tristi Tropici di Maurizio Sarri: come sta andando il ritorno del comandante sulla panchina della Lazio

Pietro Rusconi
Uno dei più influenti allenatori contemporanei è tornato in pista, nella sua Lazio. Viene proposto qui un commento del suo ritorno a Roma considerando l'analisi strutturalista di Claude Lévi-Strauss
00:03 min

Quest'anno si festeggiano 70 anni esatti dall'uscita della prima edizione di "Tristi Tropici", capolavoro letterario dell'antropologo Claude Lévi-Strauss. Il libro è una grande riflessione su molti temi cari all'intellettuale francese: dalla redazione del diario di viaggio alle esperienze etnografiche brasiliane, passando per le critiche alla violenta urbanizzazione e al degradante colonialismo occidentale. Un concetto centrale dunque è quello della complessità del ritorno e della malinconia che lo accompagna: il 2 Giugno 2025 Maurizio Sarri torna alla Lazio.

La chiusura del primo ciclo di Maurizio Sarri

—  

Maurizio Sarri si è dimesso dalla sua prima esperienza con la Lazio durante la stagione '23-24. È stata una scelta dolorosa ma necessaria dato che con Tudor la squadra di Roma è riuscita a qualificarsi almeno per l'Europa League. I biancocelesti erano una squadra altamente disfunzionale a causa di un mercato non eccezionale: sono stati presi giocatori non facilmente collocabili (Isaksen), non all'altezza dei precedenti (Kamada) e spesso infortunati (Taty).

La coppia Romagnoli-Casale ha faticato a replicare i livelli stellari dell'anno precedente (30 gol subiti e secondo posto assicurato) e l'assenza di SMS, oltre che la naturale involuzione dei tenori Luis Alberto, Ciro Immobile e Felipe Anderson, ha portato la Lazio a non reggere più gli alti livelli di dispendio fisico e mentale che il gioco sarriano richiede. Il doppio impegno ha sicuramente contribuito all'aumento dei carichi di fatica, nonostante una più che degna figura agli ottavi di CL contro il Bayern Monaco.

La prima Lazio di Sarri era una squadra che ha sempre faticato ad essere bella con il pallone, la mancanza di interpreti adatti (come gli arcinoti nel ciclo napoletano) qualitativamente e atleticamente è stata decisiva nel costruire un perenne compromesso tattico.

Come (non) è cambiata la Lazio 2025-26

—  

Dopo un anno di rivoluzione verticale e relazionale tentata da Marco Baroni, il presidente Claudio Lotito ha restaurato il gioco posizionale di Maurizio Sarri. Il mister di Figline Valdarno ha accettato con entusiasmo questa seconda possibilità, nonostante la problematicità del non poter fare mercato in entrata. Questo intoppo ha portato Sarri a confrontarsi con una rosa non proprio all'altezza del calcio immaginato e lo ha costretto a lavorare solo sul materiale a propria disposizione, non tanto dissimile dall'ultima squadra allenata.

Finora la squadra capitolina ha ottenuto risultati altalenanti (3 vittorie, 2 pareggi, 3 sconfitte), con l'ultimo scalpo importante raccolto contro la Juventus. Anche gli infortuni hanno contribuito a rendere ostico il lavoro dell'ex Chelsea, mai davvero in grado di schierare i suoi 11 titolari.

"Il pensiero selvaggio" di Basic

—  

Uno dei libri più importanti di Lévi-Strauss è sicuramente "Il pensiero selvaggio" (1962). In questo testo l'obiettivo è quello di legittimare i sistemi di pensiero non occidentali, in quanto esiste una mentalità selvaggia comune, cioè un sistema coerente e strutturato che funge da principio d'ordine del cosmo. Maurizio Sarri ha operato questa stessa logica nella rivalutazione di Toma Basic, centrocampista croato escluso dalla lista della serie A e protagonista dell'ultimo turno con il match winner contro la Juventus.

L'ex Salernitana è lo stato del pensiero selvaggio, la possibilità di avere un ordine razionale da cui elaborare miti, credenze e organizzazioni sociali. Negli schemi sarristi permette l'equilibrio in fase di non possesso, fissandosi centralmente in una linea a 4 o uscendo con Dia sui primi portatori di palla. Durante la fase offensiva invece, Toma, è chiamato a sfruttare gli spazi concessi dall'ampiezza di Zaccagni e dai movimenti della punta centrale che aprono alla possibilità di tiri da fuori (come nel caso del gol contro la Juve).

Il 433 posizionale come struttura antropologica

—  

Se la rosa è rimasta pressochè immutata, anche il sistema di gioco del tecnico è rimasto lo stesso di sempre. Un 433 posizionale che sopravvive alla storia. Un modulo che si trasforma in 331 in costruzione e in 442 0 451 in fase di non possesso. Ci sono stati dei timidi tentativi di passaggio a un 4231 ma subito Sarri è tornato alla sua coperta di linus. Il mister toscano interpreta il suo gioco come una vera e propria struttura levistraussiana.  Un concetto ben definito in "Antropologia strutturale" e nei vari volumi delle "Mitologiche".

La prima caratteristica è l'idea di sistema, dove gli elementi sono tali che una qualsiasi modificazione di uno di essi comporta una modificazione di tutti gli altri. Per esempio, quando Nuno Tavares sale e fissa l'ampiezza sull'ala sinistra, è necessario che la fascia opposta si abbassi affinchè venga mantenuto il tipico equilibrio. Altre peculiarità sono quelle della prevedibilità e dell'onniscienza: questo modulo, sistemato posizionalmente, permette di prevedere le possibili variazioni e controllare ogni aspetto del campo, dello spazio e del gioco. Dunque il 433 come struttura dà forma a un contenuto; è il modello di un'idea inconscia che soggiace il calcio sarrista, rendendolo ordinato e dandogli un'organizzazione.