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Juventus, Thiago Motta: “Inter superiore nel primo tempo, ma le vittorie danno fiducia”

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Il tecnico bianconero analizza il successo sull'Inter e sottolinea la crescita del gruppo: "La strada è quella giusta"
Nancy Gonzalez Ruiz
Nancy Gonzalez Ruiz

La Juventus si aggiudica il Derby d'Italia superando l'Inter per 1-0 all'Allianz Stadium. Una sfida intensa e combattuta, risolta nella ripresa da un guizzo di Francisco Conceicao su assist illuminante di Randal Kolo Muani. I bianconeri, dopo un primo tempo di sofferenza, hanno cambiato marcia nella seconda frazione, imponendo il proprio ritmo e strappando tre punti fondamentali sia per la classifica che per il morale, in vista dell'importantissima sfida di Champions League contro il PSV Eindhoven. A fine gara, Thiago Motta ha commentato con lucidità la prestazione dei suoi ai microfoni di DAZN, analizzando i momenti chiave del match, l'evoluzione tattica della sua squadra e il suo obiettivo sulla panchina bianconera: "Se sono entrato nel cuore dei tifosi non ne ho idea. Il mio obiettivo è migliorare la squadra e fare bene il mio lavoro. Non alleno per fare piacere a nessuno, se non a me stesso"

Juventus-Inter 1-0, le parole di Thiago Motta

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"Sicuramente nell'energia siamo cambiati, penso che il primo tempo sia stato difficile e complicato contro una squadra molto forte, che gioca molto bene a calcio. Ma noi abbiamo rispettato troppo l'avversario, gli abbiamo lasciato molto il tempo del gioco, ogni controllo, ogni passaggio. Sappiamo che è una squadra che si muove tanto, con qualità, perché stoppano la palla, fanno buoni passaggi e poi si muovono. Se non riesci ad arrivare all'avversario e a toccarlo, metterlo in difficoltà, poi non recuperi il pallone. In partite così devi avere anche tu il pallone, devi giocare meglio a calcio ed è quello che abbiamo fatto nel secondo tempo".  

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L'atteggiamento propositivo nella ripresa ha segnato la svolta del match. Motta ha insistito sulla necessità di gestire il possesso palla e di alzare il baricentro per mettere in difficoltà i nerazzurri. Una filosofia che ha pagato, nonostante una percentuale di possesso palla inferiore rispetto all'avversario: "È la forza loro, io alla fine non entro in campo, sono loro che entrano in campo, sono giovani, ma hanno tantissima qualità. È chiaro che in uno sport collettivo dobbiamo essere tutti disponibili, soprattutto in partite di questo spessore. Khphren è uscito, ma ha giocato molto bene anche lui, soprattutto il secondo tempo. È uscito perché aveva crampi e lo avevamo già quasi programmato prima perché sapevamo le difficoltà che si potevano incontrare a centrocampo. Oggi avevamo in panchina un centrocampista come Manu (Manuel Locatelli ndr) che può aiutare tantissimo, è entrato in un momento che si poteva anche avere un po' di difficoltà, ma è entrato molto bene, ha continuato a difendere nel modo giusto, andando in avanti e nel recupero della palla ha gestito bene la palla, creando situazioni di vantaggio e di gol che era quello che volevamo".

La vittoria contro una delle rivali più temibili del campionato rappresenta un'iniezione di fiducia cruciale per il percorso di crescita del gruppo, come sottolineato dal tecnico: "Alla fine le vittorie danno fiducia, danno consapevolezza della forza che abbiamo, è chiaro che per arrivare a queste vittorie dobbiamo fare bene, dobbiamo meritare. Nel primo tempo non abbiamo meritato di vincere la partita, l'Inter è stata superiore. Se continua così, poi, non credo nella fortuna, ma se esiste, ti arriva pochissimo e non sempre. Lo devi meritare e questi ragazzi lo meritano per gli allenamenti che fanno, danno tutti, si impegnano al massimo. È chiaro che nel secondo tempo giocando in questo modo, in casa, dove abbiamo avuto difficoltà emotiva. Abbiamo visto partite in trasferta dove abbiamo fatto meglio sin dal primo minuto. Oggi primo tempo difficile, complicato, meglio dell'avversario, ma lo abbiamo rispettato troppo. Nel secondo abbiamo giocato a calcio, abbiamo pressato bene, abbiamo recuperato palloni e siamo andati in avanti. Questo dà fiducia e consapevolezza che la strada è quella giusta".