ATALANTA-JUVENTUS 0-1

L’Atalanta non è per le finali, decide l’assenza di Scamacca: Allegri merita questo congedo

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Anche arrivasse quarto, in campionato, Allegri dà l’addio con un trofeo che negli anni è diventato più prestigioso. E che premia la Juve per la 15esima volta, analoga superiorità degli scudetti.
Redazione Derby Derby Derby

di Vanni Zagnoli -

Vista dall’Olimpico, la finale di coppa Italia è avvincente ma si decide subito. Con quell’errore di Hien, quasi unico, da quando è a Bergamo, puntualmente punito da Vlahovic. Lì Massimiliano Allegri può impostare la partita preferita, tre centrali fisici a fare da schermo a Perin, che non dovrà compiere miracoli, è salvato dal palo giusto nel secondo tempo. Senza Scamacca, l’Atalanta gioca come quasi sempre, trame un po’ fini a se stesse, i cross non passano e neanche a terra si riescono a creare palle veramente insidiose. Quella torre servirebbe tantissimo, a prescindere dai gol.

Passa il tempo e nella ripresa ci sarebbe anche un rigore per i bianconeri

Stavolta è l’avversaria a non doversi lamentare dell’arbitraggio perchè il contatto su Vlahovic è gamba contro gamba, punibile anche per il contatto con il tronco. Abbiamo visto concessi rigorini molto più tali di questo, negli ultimi anni, Maresca non va al Var. Il 2-0 del serbo è annullato per fuorigioco, il popolo bergamasco resta lì, a sperare in un piccolo miracolo, da tempi supplementari. Il recupero è infinito, neanche questa finale è di Gasperini. Era la meno complicata, a Dublino fra una settimana contro il Bayer Leverkusen sarà decisamente più difficile. Ha vinto la Juve e Allegri addolcisce il suo congedo, nelle finali incidono ancora esperienza, attenzione.

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Atalanta-Juventus è andata più o meno come un anno fa, Fiorentina-Inter. I viola a giocare - meglio rispetto a questi nerazzurri - e l’Inter sempre con il match in mano. Massimiliano Allegri ha sfogato tutta la frustrazione di questi mesi levandosi due volte la giacca e anche la cravatta, prima e dopo l’espulsione decretata da Maresca. Finisce bagnato di champagne, congratulato anche da Gasperini. Il gioco d’attesa di Allegri è stato premiante almeno una volta in questo triennio, dopo tante brutte figure. Lascia con un trofeo, che merita per la meticolosità nel lavoro. Il suo calcio ha tanto di quello di Fabio Capello e può ancora essere portare successi. Con equilibrio, con attesa, certo Pep Guardiola sembra fare un altro mestiere. Poteva finire 2-0, più che 1-1. Resta la differenza di budget tutta a favore dei piemontesi, che avevano faticato quasi di più al ritorno della semifinale, sempre qui, con la Lazio. Il valore della rosa imponeva ad Allegri di vincere.

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