L'alba dai Fori Romani è la più bella d'Italia, forse persino del mondo. Il sole fa capolino lì dove storia, arte e presente si intrecciano, portando via in quell'attimo di magia ogni preoccupazione. Eppure, c'è un giorno per la capitale che dura molto di più delle canoniche 24 ore: il tempo si dilata, con i pensieri che si affollano in un'intera settimana, segnando sul calendario in rosso, in grande, due date su tutte: quelle dei derby di Roma. La partita più attesa e sentita non solo per biancocelesti e giallorossi ma per la città tutta che cambia volto, colori, ritmi, pulsioni, in attesa di ciò che accadrà all'Olimpico.
L'analisi
Lo sguardo della città: il diverso volto di Roma nel giorno del derby

Una città in fermento in attesa del derby di Roma
—Stanotte non si dorme. C'è chi scrollerà il telefono all'infinito senza focalizzarsi su nulla, chi guarderà video di gol nostalgici, ancora chi si vorrà distrarre con un po' di buona musica. Guai a fare pronostici, a tentare di prevedere qualcosa. Eh sì, è normale: nella settimana del derby, Roma non ha altri pensieri. La città tutta è totalmente focalizzata su ciò che succederà nei 90' dell'Olimpico. Da quel risultato dipenderà non solo la sopravvivenza sportiva fino alla gara di ritorno ma in particolar modo gli umori del lunedì, le sensazioni di tutta la settimana seguente, fino a un nuovo impegno della propria squadra.
Una vittoria vuol dire vivere tra i fasti, prendere in giro amici, colleghi, parenti di fede calcistica opposta, guardare tutti dall'alto, ironizzando su quel gol subìto, su quella magia creata. La sconfitta diventa quasi un'onta, ancor più se sonora: meglio spegnere i social, staccare i telefoni, negarsi per un po' tra nervi a fior di pelle e delusione. Ma c'è anche un'altra possibilità, il pareggio, che è forse la sconfitta peggiore: non ci sono vincitori né vinti, si riprende con la vita di sempre in attesa della sfida del girone di ritorno.
Una domenica dal sapore speciale tra silenzi, ansie e sfottò
—La settimana che anticipa il derby, Roma è in totale fermento: il biancoceleste accompagna le giornate di milioni di tifosi così come il giallorosso ne scandisce ogni minuto. Non si parla d'altro: radio, quotidiani, settimanali, social, blog e persino le chiacchiere dei turisti. Tutto è proiettato a domenica 21 settembre alle ore 12.30 quando la città si fermerà per 90', quelli che bastano per eleggere le nuove gerarchie sportive capitoline dei prossimi mesi.
Il rumore, il chiacchiericcio, le ansie e i confronti accesi dei tifosi lasciano spazio a un silenzio riflessivo: la tensione è palpabile, così come i riti scaramantici che tutti devono ripetere per la buona resa del match. Roma, la "caciarona" Roma, lascia spazio ai suoi visitatori, a coloro che possono vantare una visione neutra di quella mattinata, utile per visitare il Pantheon e perché no, fare un giro al Colosseo. Beati loro, quelli senza il tifo, senza il calcio, senza sofferenze. Per gli altri invece, è un'ossessione: la mente va solo allo stadio Olimpico, va solo a quei 22 giocatori, con la speranza di poter esultare a un goal del proprio undici.

Una Lazio che punta sul supporto dei suoi tifosi all'Olimpico
—Roma è così divisa a metà: da una parte i tifosi giallorossi, con il loro nuovo condottiero Gasperini, al suo primo derby della capitale. L'emozione sarà forte, così come vivere in prima persona quella sensazione che nessun altro può spiegare senza averla provata sulla propria pelle almeno una volta. Senza Dybala ma con grandi motivazioni, sia per i fasti della stracittadina ma anche per la classifica: settimo posto momentaneo a sei punti, con la zona Europa che conta più che alla portata e agganciarla proprio con una vittoria contro la Lazio darebbe quella spinta in più per prendere il volo in campionato. Dopo qualche giorno, il 24 settembre, sarà anche tempo di Europa League con la trasferta di Nizza per le ambizioni dei giallorossi che diventeranno una prima reale dichiarazioni di intenti. Ma adesso è presto per pensarci: nel mirino c'è solo la Lazio, anzi, la vittoria contro la Lazio.

Le emozioni della Roma al primo derby di Gasperini
—Di carattere anche Maurizio Sarri ne ha da vendere, così come la sua Lazio che nei derby, da buoni aquilotti, puntano sempre alla preda in maniera famelica. L'inizio stagione però non è stato dei migliori: sconfitte sonore contro Como e Sassuolo e una vittoria molto convincente contro il Verona. I tifosi temono una crisi d'identità con un andamento troppo altalenante ma si sa, i derby eludono ogni regola scritta e sono storia a sé. La carica viene dall'interno, dal sentiment della città, dalla voglia di primeggiare dei propri supporter. E lo vuole assolutamente fare l'undici di Sarri, pronto ad affilare gli artigli complice il pubblico di casa che vorrà dare una spinta importante verso la vittoria. Per smuovere la classifica, per le gerarchie identitarie ma anche per Roma, per far sì che si vesta di biancoceleste per un po' e concederle qualche ora di meritata serenità.
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