di Giuseppe Livraghi -
QUESTIONE DI...DOTTIR
Albert Gudmundsson e i “non cognomi” islandesi: come la cantautrice Bjork…
Diversamente da quanto accade in gran parte del globo terracqueo, in Islanda non sono in vigore i cognomi ma i patronimici (raramente i matronimici). In sostanza, al nome di battesimo viene aggiunto un termine (il patronimico, appunto) creato dall’unione del nome del padre, della lettera “s” (paragonabile al genitivo anglosassone) e del suffisso -son per i maschi e -dóttir per le femmine, per i rispettivi significati di “figlio di” e “figlia di”: nome del padre+s+son/dóttir. Albert Gudmundsson significa, dunque, “Albert figlio di Gudmundur” (nel patronimico, la “ur” finale decade).
Alcuni esempi
Un esempio di -dottir è la cantautrice (nonché compositrice, produttrice discografica e attrice) islandese Björk, all’anagrafe Björk Gudmundsdóttir (Guðmundsdóttir nella grafia islandese), vale a dire “Björk figlia di Gudmundur”.
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Un doppio esempio: se un uomo chiamato Jón Arnarsson ha un figlio di nome Ólafur e una figlia di nome Björk, essi si chiameranno rispettivamente Ólafur Jónsson e Björk Jónsdóttir.
Possibili problemi alle dogane
Ciò può creare problemi all’estero, poiché non tutti gli agenti doganali sono al corrente di tale sistema e (in perfetta buona fede) possono legittimamente chiedere il motivo dei “cognomi” dei figli (e delle figlie) non corrispondenti a quelli dei genitori.
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