Il sabato della Serie A, giunta alla sua ottava giornata, si chiuderà con un nuovo derby lombardo. Allo Stadio Giovanni Zinni di Cremona i padroni di casa della Cremonese ospiteranno l'Atalanta. Entrambe le squadre sono reduci da due pareggi interni, rispettivamente contro Udinese e Lazio ed entrambi non stanno attraversando un buon momento. Diventa, dunque, necessario portare a casa i tre punti. Cremonese e Atalanta sarà inoltre una sfida tra due allenatori del tutto diversi. Ecco l'angolo tattico di Davide Nicola e di Ivan Juric.
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Cremonese-Atalanta, l’angolo tattico: la concretezza di Nicola contro il calcio fisico di Juric


Cremonese, i cambi moduli di Nicola con un solo obiettivo: far emergere le qualità dei giocatori
—Che Davide Nicola sia uno specialista delle salvezze nella massima serie non lo scopriamo certo oggi e dunque non è un caso che la Cremonese abbia deciso di puntare su di lui per affrontare una campionato di alto livello. A differenza di molti altri colleghi, Nicola non si riconosce in nessun modulo in particolare, non è quello che si chiama "un giochista", ma ogni suo stile di gioco è caratterizzato da concretezza e solidità adatte per emergere le qualità dei suoi giocatori.
Ma primo di tutto occorre l'arma più importante, l'unione dello spogliatoio, quello che il tecnico di Torino ha sempre portato in qualsiasi club abbia allenato e che gli hanno concesso di raggiungere salvezze quando nessuno ci credeva. Per questo Davide Nicola ha sempre dimostrato di essere un perfetto motivatore oltre che un bravo tecnico.
Se la Cremonese l'anno scorso era la seconda squadra della Serie B per numero di passaggi completati ogni 90’ (427) e la prima per tocchi nell’ultimo terzo di campo (166,4), con Nicola la percentuale è destinata a scendere perché il tecnico torinese vuole un possesso di palla veloce. Pochi passaggi per arrivare in porta. Per questo l'ex Cagliari si affida spesso ad un 3-5-2 che può diventare anche 4-4-1-1 o 4-2-3-1 in base agli avversari e ai giocatori disponibili. La sua filosofia mira a dare fluidità e adattabilità.
Il gioco di Nicola, inoltre, cerca di imporre un ritmo di gioco elevato e una capacità di lettura degli spazi. I giocatori impiegati devono cercare di interpretare ruoli diversi, con un occhio alla versatilità. Ad esempio, Zerbin che può giocare anche come interno. La fisicità di Federico Baschirotto si è più volte rivelata un'arma a doppio taglio. L'ex Lecce più volte ha fatto valere la sua massa fisica, soprattutto nei duelli aerei. Jari Vandeputte è sinonimo di qualità e assist come mezzala sinistra, ruolo in cui potrebbe essere adattato anche Jeremy Sarmiento. In attacco tutti aspettano il primo squillo di Jamie Vardy, ma nel frattempo anche Franco Vazquez e Bonazzoli sono capaci di colpire con eleganza al momento giusto.

Atalanta, una Dea più aggressiva con Juric: manca solo il gol
—Nonostante gli orobici abbiano deciso di separarsi da Gian Piero Gasperini, la tradizione in un certo senso continua essendo Ivan Juric un allievo dell'ex tecnico dell'Atalanta. Come il suo maestro, infatti, il tecnico croato condivide il pressing feroce e la difesa a tre. Porta inoltre con sé una visione personale, fatta di compattezza, organizzazione e grande attenzione al dettaglio.
A differenza di Nicola, Juric prende sempre come punto di riferimento un modulo ben preciso, vale a dire il 3-4-2-1, schema già familiare all’Atalanta e ideale per sfruttare le caratteristiche della rosa. Difesa a tre, due esterni larghi con compiti offensivi e due trequartisti alle spalle di una punta centrale. Un modulo che all’occorrenza può diventare un 3-4-3 più diretto o in un 3-5-2 più coperto. L’obiettivo, però, resta sempre lo stesso: verticalizzare, aggredire e controllare il campo con il pressing.
L’Atalanta con Juric è probabilmente ancora più intensa rispetto a quella vista con Gasperini. Il pressing sarà portato a un livello quasi ossessivo, la gestione del pallone è rapida e diretta, e la squadra deve adattarsi a un gioco fatto di continui duelli individuali. Tuttavia, nelle ultime partite è più volte mancata la lucidità sottoporta e neanche il ritorno di Lookman, al momento, ha portato i risultati sperati. Complice anche la sfortuna, ma con giocatori rapidi come De Ketelaere e Samardzic gli orobici devono ritrovare quella voglia di gol che negli ultimi anni hanno portato ad almeno tre reti a partita.
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