La terza giornata di Serie A offre una partita tutta da vivere. Alle ore 18 gli occhi saranno tutti puntati sullo Juventus Stadium per il Derby d'Italia. E' vero che siamo solo all'inizio della stagione, ma questa partita potrebbe dire molto su cosa Juventus e Inter possono ambire. La Juventus cerca la terza vittoria di fila, mentre l'Inter è chiamata a riscattare la sconfitta interna contro l'Udinese. Due squadre che, dopo la sessione estiva di mercato, hanno visto diversi cambiamenti rispetto alla passata stagione. Tra cui in panchina. Vediamo come sono cambiate le due rose.
Serie A
Juventus-Inter, dal mercato al campo: i nuovi innesti che potranno decidere il derby d’Italia

TURIN, ITALY - NOVEMBER 26: Manuel Locatelli of Juventus battles for the ball with Henrikh Mkhitaryan of FC Internazionale during the Serie A TIM match between Juventus and FC Internazionale at Allianz Stadium on November 26, 2023 in Turin, Italy. (Photo by Filippo Alfero - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)


Juventus, da Thiago Motta a Tudor: in soffitta la difesa a 4 e spazio al 3-4-2-1
—La Juventus che arriva alla sfida contro l'Inter è una squadra completamente diversa da quella messa in campo da Thiago Motta. L'ex tecnico del Bologna aveva portato a Torino un calcio offensivo e basato sul possesso palla, caratterizzato da un sistema flessibile e un palleggio dal basso per attirare la pressione avversaria e attaccare gli spazi in profondità. Il modulo di partenza era sempre il 4-2-3-1 che, in base al possesso, poteva variare a 4-2-1-3 o 4-1-2-3. Indipendentemente dal modulo, il punto base era la difesa a 4. Un modulo che, però, non ha portato i risultati sperati e l'italo-brasiliano è stato sollevato dall'incarico lo scorso marzo.
Con Tudor la situazione si è completamente capovolta. Addio alla difesa a 4 e spazio al 3-4-2-1. L'ex difensore bianconero predilige un gioco molto energico e aggressivo, con forte focus sulla fase difensiva e transizioni offensive rapide cercando molto le vie verticali. Solidità difensiva, pressing alto e velocità sulle corsie laterali sono le principali caratteristiche del gioco del tecnico croato. L'ultima sessione di calciomercato ha portato volti nuovi in casa bianconera, tuttavia c'è più di qualcuno che dice che si poteva fare meglio.
Il mancato acquisto di Kolo Muani ha lasciato molto amaro in bocca e, almeno fino a gennaio, l'attacco sarà rappresentato da David, che ha già dato qualche buon segnale, e da un Vlahovic il cui futuro rimane ancora un rebus. Il ritorno di Francisco Conceicao aggiunge molta qualità nel gioco della Juventus, tra dribbling e imprevedibilità il figlio di Sergio si è mostrato più volte un fattore determinante. Con i bianconeri impegnati su più fronti, ne potrebbe risentire il centrocampo, ancora privo di un mediano di qualità, e il reparto difensivo dove un centrale in più avrebbe certamente fatto comodo a Tudor. Gli ultimi due innesti, Openda e Zhegrova, possono dare una mano alla squadra ma al momento è molto difficile vederli titolari.

Inter, dimenticare Monaco e ricominciare da capo: cosa può dare Chivu alla Beneamata
—La grande delusione nella finale di Champions League e il conseguente addio di Simone Inzaghi sono state due docce gelide per l'Inter. Dopo l'umiliante 5-0 contro il PSG la Beneamata ha solo un compito: ripartite immediatamente. Le chiavi dello spogliatoio sono passate a Cristian Chivu, un tecnico che conosce bene l'ambiente neroazzurro. Durante i mesi sulla panchina del Parma, il rumeno si era distinto per aver dato ai gialloblu molta più solidità in difesa. Se Pecchia aveva incassato ben 45 reti in 23 partite, con l'ex Roma i ducali ne hanno subite 13.
A differenza di Simone Inzaghi, Chivu si è dimostrato un allenatore molto pragmatico. Non ama i fraseggi prolungati in fase di possesso e predilige la verticalità quasi immediata. La costruzione dal basso non la disdegna, ma il fine deve essere sempre quello di arrivare a creare un’occasione da rete con meno passaggi possibili. Uno gioco in cui Dumfries e Di Marco risulteranno fondamentali, così come Lautaro e Thuram. Il biglietto da visita dell'ex Roma è il 3-5-2 che, qualche volta, può essere sostituito da un offensivo 4-3-3 con il neo acquisto Luis Henrique sulla fascia sinistra, Thuram a destra e Lautaro punto di riferimento.
Gli arrivi di nuovi giocatori come Sucic, Bonny e Diouf sono visti come tecnicamente validi, ma nessuno di loro è stato accolto come titolare indiscusso. Akanji ha portato leadership e velocità ma il suo acquisto all'ultimo minuto porta a chiedersi le reali intenzioni del club. La cessione di Pavard al Marsiglia ha certamente lasciato un enorme buco nella difesa neroazzurra. Acerbi ha ormai 38 anni e un centrale molto più giovane sarebbe stata una soluzione molto valida. Bisognerà aspettare gennaio per rivedere il reparto difensivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

/www.derbyderbyderby.it/assets/uploads/202505/f9a435fe2e68319df30ac4aa63a52bc4.jpg)