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SERIE A

L’Inter di Chivu vs l’Inter di Inzaghi: similitudini, differenze e statistiche

Samuele Dello Monaco
Dopo undici partite, l'Inter di Chivu prende sempre più forma: filotto di sette vittorie e la sconfitta, polemica, di Napoli. A San Siro arriva la Fiorentina, disperatamente a caccia di punti.
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Il passaggio di consegne sulla panchina dell'Inter tra Simone Inzaghi e Cristian Chivu, al termine della stagione 2024/2025, ha rappresentato un affascinante studio di continuità ed evoluzione. Sebbene la struttura tattica, ovvero il 3-5-2, e molti interpreti chiave siano rimasti gli stessi, i data analytics rivelano come la filosofia di gioco sia mutata in modo significativo, passando da un dominio basato sul controllo a uno fondato sull'intensità.

L'Inter di Inzaghi: attesa e possesso schiacciante

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L'Inter di Inzaghi era una macchina statistica quasi perfetta, progettata per il controllo metodico del gioco. I dati dell'ultima stagione la descrivono come dominatrice assoluta in Serie A: prima per gol segnati, prima per xG generati (gol attesi) e prima per conduzioni palla al piede nell'ultimo terzo di campo. Questa supremazia si fondava su un possesso palla elaborato, spesso superiore al 55%, e su fasi di possesso che superavano regolarmente i dieci passaggi. L'Inter di Inzaghi dominava il territorio, come evidenziato da un "field tilt" (la percentuale di passaggi completati nella trequarti offensiva) costantemente positivo.

Tatticamente, il suo pressing era organizzato ma non asfissiante. Il PPDA (passaggi concessi all'avversario quand'è in possesso) si attestava su un valore di circa 10.2 a partita, indicativo di un blocco medio paziente, che preferiva chiudere le linee di passaggio piuttosto che riaggredire in avanti. Una statistica peculiare era il basso volume di dribbling: il sistema era così efficiente nel creare spazi attraverso le rotazioni che l'uno contro uno non era una necessità, se non in rare situazioni. La solidità era totale: la squadra vantava uno dei migliori xG concessi (gol attesi dell'avversario) d'Europa, frutto di un blocco compatto che raramente si faceva sorprendere.

L'Inter di Chivu: aggressione e verticalità

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Con l'arrivo di Chivu nell'estate 2025, l'Inter ha cambiato pelle, pur mantenendo lo stesso scheletro. Chivu ha modificato radicalmente il tempo di esecuzione, spingendo su aggressività e verticalità.

Il dato più macroscopico è il crollo del PPDA: l'Inter di Chivu si attesta su un valore medio di 8.26, tra i più bassi del campionato. Questo non è solo un dato difensivo: l'obiettivo è massimizzare i recuperi offensivi, concedendo meno passaggi possibili all'avversario e attaccare una difesa disorganizzata. Di conseguenza, la velocità di costruzione è aumentata: l'Inter di Chivu impiega meno secondi e necessita di meno passaggi per arrivare alla conclusione. La ricerca della verticalità non è una scelta stilistica in fase di possesso, ma la diretta conseguenza di una filosofia difensiva molto più aggressiva.

Si registra un aumento dei passaggi progressivi tentati nelle prime fasi dell'azione, alla ricerca di una verticalizzazione immediata. Questo approccio più diretto aumenta il numero di duelli e contrasti a centrocampo. È un sistema ad alto dispendio energetico che accetta un gioco più "sporco" e frammentato, confidando di vincere più seconde palle.

Mentre la similitudine risiede nel modulo e nella qualità offensiva (l'xG rimane elevato), la differenza è filosofica. L'Inter di Inzaghi era un capolavoro di controllo metodico; l'Inter di Chivu ne rappresenta un'evoluzione ad alta intensità, che scommette sull'aggressione verticale per mantenere lo stesso livello di dominio.