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Le grandi sfide non si dibattono a tavolino, si fanno sul terreno di gioco. Napoli e Como non hanno ancora consegnato partite alla storia, ma la serata del Maradona profuma di big match. Grazie ai campioni d'Italia in carica, che hanno già presentato la propria caricatura come squadra protagonista della stagione, ma sopratutto al Como, le cui ambizioni non sembrano conoscere limiti con il nuovo progetto.
I primi quarantacinque minuti di Napoli-Como sono una pagina bianca senza niente da evidenziare. Il gioco è spezzettato: diversi falli, qualche infortunio e, soprattutto, poche giocate degne di nota. La formazione di Antonio Conte fatica a costruire azioni pericolose, e rischia anche di trovarsi in svantaggio. Dopo venticinque minuti infatti i lombardi sorprendono la retroguardia avversaria e Milinkovic-Savić esagera nell'uscita, provocando il penalty. Dagli undici metri si presenta Álvaro Morata, ma il suo curriculum vitae - per quanto prestigioso - non è convincente in materia di rigori; l'estremo difensore azzurro, invece, è uno specialista nell'uno contro uno.
Il serbo resta immobile fino alla fine, gelido, negli occhi e nella postura, e poi sceglie il lato giusto: altro rigore neutralizzato, secondo di fila dopo quello parato all'attaccante del Lecce Francesco Camarda. Ruggisce il Maradona: ma il boato non ricarica le batterie dei padroni di casa, che proseguono la partita su ritmi blandi. Il più frizzante della prima frazione di gioco è l'argentino Nico Paz, ma non riesce comunque a dare grosse manifestazioni del suo talento, concludendo i quarantacinque minuti con un tiro che per poco non spedisce il pallone in curva.
C'è un filo rosso che unisce il secondo tempo al primo: le poche azioni da gol create, da una parte e dall'altra. La partita viene impostata da entrambe le squadre sul piano fisico ed atletico, nonostante le straordinarie doti tecniche che possono vantare. I tecnici mischiano le carte in cerca del jolly: nel Napoli entrano Elmas e Noa Lang, chiamati a trovare il guizzo vincente; per il Como, invece, Fábregas lancia Lucas Da Cunha e Douvikas.
Conte, evidentemente non troppo soddisfatto della prestazione di Hojlund, lo sostituisce con Lorenzo Lucca. L'ex Udinese riesce subito a sfruttare il suo fisico ed i suoi centimetri, ma il Napoli resta comunque lontano dalla porta difesa da Butez. Il giorno di Halloween Napoli e Como decidono di non farsi scherzi, e non si fanno male.
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