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Venezia, Zanetti: “Stiamo cercando di scombinare il puzzle della nostra mente”

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Il tecnico ha parlato in conferenza stampa a due giorni dal match con l'Udinese

Davide Capano

Il Venezia riceve domenica alle 15 l'Udinese di Gabriele Cioffi, che domenica ha battuto 5-1 il Cagliari. Dopo la sconfitta nel finale con lo Spezia, l'allenatore Paolo Zanetti, al rientro dalla squalifica, ha presentato così il match del Penzo nella conferenza stampa dell'anti vigilia: “Ci tengo a fare un piccolo passo indietro. Torniamo a La Spezia e la squadra rispetto alle ultime uscite ha fatto qualcosa di meglio. Ci siamo affacciati una ventina di volte nell’area avversaria e anche un pari ci sarebbe stato stretto. Ho preferito lasciarmi alle spalle le cose che stanno accadendo. Non mi ricordo squadre nei campionati recenti che possano sbagliare per tanto tempo. Stiamo cercando di scombinare il puzzle della nostra mente, cerchiamo soluzioni pratiche per poter determinare il nostro futuro. Siamo in un momento sfortunato e prima o poi ne usciremo. I gol subiti all’inizio e alla fine? A volte è stato un problema di approccio, secondo me la parola chiave è la paura, oltre alla tensione e all’ansia da prestazione. Quello che succede nei finali è una mancanza di autostima, c’è paura e insicurezza. Facciamo parte di quelle quattro squadre che si giocano la permanenza in Serie A. Ci vuole umiltà e si riesce a lavorare con gli occhi giusti, si possono consolidare i pregi e siamo lì con altre squadre che non sono più scarse del Venezia. Spero che non siano più scarse del Venezia. Da qui si può partire per toglierci paure. All’andata abbiamo fatto un campionato straordinario cogliendo risultati insperati. Significa che quando non abbiamo obblighi diamo il meglio di noi stessi".

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(Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

"Abbiamo problematiche precise legate alla lingua - spiega il mister arancioneroverde -, per quanto io mi stia impegnando a imparare al meglio l'inglese, è difficile entrare nei cuori dei giocatori senza parlare la stessa lingua. Aramu e Vacca solo oggi si sono allenati, Mattia lo vedo dolorante, ha una distorsione alla caviglia, mentre Antonio dovrebbe recuperare. Nsame non è al meglio perché ha un’infiammazione al tendine, valuteremo come sta. Caldara? Se in settimana il giocatore che sbaglia mi entra dentro una buca è chiaro che faccio un’altra scelta, ma se il giocatore reagisce da un errore per me è a posto. L’ho visto in alcuni giorni bene in altri così e così. L’arbitro? Guida lo ritengo un bravo direttore di gara, ha fatto un errore come lo facciamo noi. Da quando sono nel calcio le cose più o meno a fine anno si compensano, per me è quasi sempre stati così. I tifosi? Quando sono arrivato non c’era nessuno, oggi parliamo di una contestazione della partita con la Sampdoria, ma a La Spezia i tifosi veri che c’erano anche in D ci hanno applaudito. Ero nel gabbiotto e li ho visti applaudire la squadra a fine partita, li ringrazio, è un momento frustrante per noi, da quando sono tecnico non avevo mai vissuto un ciclo di sconfitte così, ci stanno sostenendo ed è fondamentale, li vogliamo ripagare. Volevamo farlo con la Sampdoria, non lo abbiamo fatto e siamo stati giustamente contestati. Il pubblico sa che non siamo il Real Madrid, ma vuole vedere una squadra che lotta, se riusciremo a fare tutt'uno con loro troveremo tanta energia. Domenica dobbiamo tirarci lo stadio dalla nostra parte, dobbiamo lottare per salvare questa squadra. L’Udinese meriterebbe una classifica ben superiore di quella attuale, si difende egregiamente e riparte in contropiede. Non ha molte falle. Questi sono gli avversari quando si gioca in Serie A. Abbiamo incontrato e battuto squadre più forti dell’Udinese, così come abbiamo perso contro squadre meno forti dell'Udinese. Un pari a La Spezia ci sarebbe servito per l’autostima ma non avrebbe cambiato più di tanto".

"Lo scorso anno potevo andare all’Udinese? Mi sono preso questa patata bollente - continua Zanetti - e voglio portare questa barca in porto. Sono convinto che ce la faremo. Ad Ascoli rinunciai allo stipendio e con me lo fece tutto il mio staff. Sono così sia in positivo che in negativo, se prendo una decisione non torno indietro. Col presidente ci confrontiamo quotidianamente, lui è qui e ci tiene a battere questo concetto di famiglia. La società crede nel lavoro che ho fatto, c’è un precedente, fa parte del mio mestiere gestire questi momenti. Se sono ancora qua è perché la società crede nel lavoro che faccio e nel lavoro che ho fatto in passato, sono passato da San Paolo in un anno e mezzo a c*****ne nel giro di due settimane, ma è normale. Se la società non credesse in quanto faccio mi avrebbe mandato a casa, non abbiamo accordi sotto banco sul fatto che devo restare indipendentemente da tutto. Se sono ancora qui è perché la società crede che io possa avere le capacità per cambiare questo momento, finché penserà questo io sarò qui, poi se cambierà idea farà scelte diverse. Potrei restare qui cinque anni come fino a settimana prossima, fa parte del mestiere, non posso fare calcoli, penso per ora a battere l'Udinese e a trovare soluzioni. La visita di SuperPippo Inzaghi? Sì mi ha chiesto un po' di cose, anche lui ha avuto le sue vicissitudini. È mio ospite, abbiamo pranzato insieme e passeremo la giornata insieme, c'è grande stima reciproca".

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