Il passato con la Lazio, l’esordio in Serie A ed in Europa. Tanti campioni incontrati nel suo cammino ed un bagaglio infinito di esperienze. Abbiamo fatto due chiacchiere con Alessio Luciani, difensore della Reggiana:
“Tre allenatori su tutti mi hanno dato tanto…”
Interviste DDD – La Serie B che verrà…con Alessio Luciani
Le vacanze purtroppo sono appena finite, ma la scorsa stagione è stata abbastanza faticosa soprattutto a livello mentale; quindi grazie all’affetto di mia moglie, mio figlio, dei miei genitori, suoceri e amici ho staccato per bene la spina, ricaricando le batterie e trascorrendo delle bellissime vacanze sia in italia che all’estero e perchè no, festeggiando ancora di più con gli affetti, la vittoria del campionato.
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Penso sia stata la stagione più bella della mia carriera. Nel calcio ci si ricorda, purtroppo, solo delle vittorie, ma questa la ricorderò a vita. Le basi per fare bene c’erano già dall’anno prima dove la serie B, sfuggì per soli due punti. Quindi, più carichi che mai ci siamo stretti, in un gruppo fantastico abbiamo superato le avversità e cavalcato l’onda delle vittorie per raggiungere il traguardo per primi. Era quello che ci eravamo prefissati nel biennio. Il momento esatto in cui ho capito che avremmo vinto fu la trasferta di Rimini, dove a poche giornate dalla fine avevamo pochi punti di vantaggio e le altre si avvicinavano. Perdevamo 2 a 0 a pochi minuti dal termine ma raggiungemmo il pareggio allo scadere e quel punto ha fatto la differenza.
Con la maglia della Lazio ho esaudito il mio sogno, quello di arrivare in serie A. E poche settimane dopo, in Europa League. Ti lascio immaginare quanto fossi emozionato. Ti assicuro che mi ricordo per filo e per segno tutto ciò che accadde, finisco di rispondere a questa domanda con un po’ di rammarico. Circondato da campioni di ogni calibro partimmo in contropiede io e Zarate. In porta c’era Frey, ma lui la palla non me la passò. Gliela chiamai in tutti i modi, urlando con tutta la mia voce. Se me l’avesse data sicuro l’avrei messa sotto all’incrocio.
Scherzo ovviamente.
Per me i compagni di squadra sono sempre stati fondamentali. Perché con loro condividi le stagioni intere e se non ci fosse sintonia all’interno dello spogliatoio non ci sarebbero risultati. Ecco, non ne cito uno in particolare, ma in questo caso tutti sono stati importanti, dal primo all’ultimo.
Penso che gli allenatori con cui ho lavorato mi abbiano lasciato tutti un qualcosa di costruttivo. Se devo essere sincero i tre che fino ad ora hanno fatto qualcosa in più per il mio percorso sono stati Ballardini, che mi fece esordire in serie A ed in Europa; Nicola che ha sempre creduto in me dandomi consigli, ed infine Diana, perché con lui ho condiviso lo spogliatoio e mi promise che una volta allenatore mi avrebbe portato con se. Tutto questo è accaduto alla Reggiana.
Inzaghi e scaloni erano già allenatori in campo. Io ho sempre avuto una dote, ovvero rubare con gli occhi dai più grandi. In loro vedevo prospettive lontane, persone che avevano già in mente un percorso solido e virtuoso. Sono felicissimo che abbiano raggiunto certi livelli e vinto tanto. In futuro potrò vantarmi di averli conosciuti, essermi confrontato con loro ed aver condiviso con loro lo spogliatoio.
Mister nicola mi ha cresciuto come uomo e calciatore. Uscito dalla Lazio ero ancora acerbo e lui vide in me delle doti particolari. Riuscì a tirare fuori e a spronare quella cattiveria ed intraprendenza che non tutti i calciatori hanno dentro. A lui feci una promessa, ossia che non avrei mai mollato. E mai lo farò, finchè potrò e vorrò togliermi le mie soddisfazioni. Tutt’ora ci sentiamo. Per la nascita mi mio figlio Samuele mi chiamò dicendomi di inviargli delle foto. Ce l’ho un po’ con lui solo perché non è potuto venire al mio matrimonio, ma l’ho perdonato subito perchè mi ha insegnato tutto.
È un onore essere allenato da un campione del suo calibro. Sinceramente la mia fede calcistica l’ho accantonata da un po’ di tempo, perché facendo questo mestiere sei tifoso solo della maglia che indossi e cerchi di onorare al meglio. Sicuramente è un effetto particolare, molti miei amici mi chiedono autografi e videomessaggi essendo tifosi laziali e milanisti. Siamo entrambi originari della provincia di Rieti, in questi giorni ironizziamo molto su questo fatto. Spero insieme alle sue conoscenze di ampliare le mie doti perché avere come allenatore uno dei difensori più forti al mondo non è da tutti. Sono fortunato.
Un allenatore un giorno mi disse: “Sul comodino a fianco al letto dovete avere la foto del vostro idolo calcistico” io risposi che sul comodino ho sempre avuto la foto di mia mamma, mio papà e mio fratello. Sono loro tre i miei idoli, perchè senza i loro sacrifici, non avrei fatto la mia umile carriera.
Ed infine, una dedica speciale
Sicuramente dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Io ne ho una che ha qualcosa in più di tutte, perchè grazie a lei ho superato tante avversità. Una spalla sulla quale ho sempre trovato appoggio. Mi ha donato la cosa più importante che un marito potesse chiedere, un figlio di cui siamo felicissimi. Ecco, le mie più grandi vittorie, le dedico e le dedicherò a lei.
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