ATTO D'ACCUSA

Derby calabrese, il sindacato di Polizia: “La violenza non può essere la normalità”

CATANZARO-CROTONE
Gli agenti chiedono più decisione e fermezza alla politica

Redazione DDD

“È inutile negare che fin quando non si agirà seriamente sulle responsabilità delle società sportive e sulle connivenze con quella parte di tifoseria malata, quello che è accaduto domenica a Catanzaro durante la gara di campionato contro il Crotone non sarà più solo un episodio. Come è inutile negare che sarebbe ora di garantire la certezza della pena per i ‘barbari da stadio’, con il massimo della pena prevista, che anche ieri non hanno perso occasione per far dire che la mamma degli imbecilli è sempre incinta”. Lo sostiene Rocco Morelli, segretario provinciale di Catanzaro del Sindacato Fsp polizia, in merito agli incidenti accaduti domenica a Catanzaro durante ed a seguito dell’incontro di calcio tra il Catanzaro e il Crotone.

Ci vuole certezza della pena

“La violenza – dice Morelli nelle dichiarazioni riportate da Calabria7.it – diventa normalità quando non si agisce preventivamente, quando a Catanzaro ancora si continua a regolare il flusso di centinaia e migliaia di tifosi ospiti da un varco unico con due tornelli e a seguire un gabbiotto, che se gli ospiti sono 50 va anche bene, ma se sono mille la cosa allora diventa di difficile gestione. E fuori, a fronteggiare, contenere, fare da filtro e alla fine pagare le conseguenze più grosse sono sempre i nostri colleghi di tutte le forze dell’ordine, avamposto di una società civile, amministrativa e politica incapace di garantire i cittadini e nella fattispecie i tifosi di una partita di calcio”.

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“Noi perseguiremo sempre chi si rende colpevole di un reato, lo facciamo per il senso dello Stato che abbiamo cucito dentro di noi e che va al di là della divisa che indossiamo, ma stigmatizziamo il menefreghismo di chi non pone le basi preventive della sicurezza. Condanniamo senza se e senza ma tutti i tifosi violenti, ma non assolviamo – conclude – la politica e l’amministrazione del calcio in genere, che ‘mangia’ su più tavoli, lasciando alle forze dell’ordine le briciole di una solidarietà che non sfama e non salva”.

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