Inter-Lazio è senza dubbio la partita di Simone Inzaghi. Una vita a Formello, inizialmente da giocatore poi da allenatore, prima di passare ai nerazzurri come tecnico. Dopo qualche difficoltà Inzaghi si è preso l’Inter, così come era successo alla Lazio.
Serie A
Simone Inzaghi, un cuore diviso a metà tra Lazio e Inter

La carriera da calciatore e il primo incarico in panchina
—Nato a Piacenza, con la squadra della sua città Simone Inzaghi inizia la sua carriera nel mondo del calcio. Qualche prestito, la consacrazione con i biancorossi e il passaggio alla Lazio nel 1999. Qui trova l’ambiente ideale. Resta ai biancocelesti fino al 2005, poi due prestiti, Samp e Atalanta, prima di concludere all’ombra del Cupolone la carriera sul campo nel 2010. Con la maglia della Lazio ha vinto una volta lo scudetto, nel 2000, tre Coppa Italia, una volta la Supercoppa Italiana e una volta quella europea.

Oltre ai trofei c’è anche uno storico record: il poker in Champions League contro il Marsiglia, unico italiano a riuscire nell’impresa. Da menzionare, infine, un altro dei 55 gol con la maglia della Lazio: 5 maggio 2002, l’Inter di Ronaldo e Vieri cade 4-2 perdendo lo scudetto all’Olimpico. A tabellino, c’è anche quel Simone Inzaghi oggi tanto caro agli interisti.
Se la carriera da calciatore è una carriera importante ma sicuramente non eccezionale, tutto cambia quando si parla del Simone Inzaghi allenatore. Inizia proprio alla Lazio, subito dopo il suo ritiro. Dal 2010 al 2014 è uno dei tecnici di punta delle giovanili, arrivando alla Primavera nel 2014. E, come si suol dire, il buongiorno si vede dal mattino: due stagioni, due Supercoppe Primavera, nettamente il trofeo con cui ha più feeling. Un rendimento che, nel 2016, convince Lotito a dargli una chance in prima squadra. Pioli viene esonerato a fine stagione e, con la Lazio lontana dalle posizioni di vertice, la scelta è di affidare l’incarico, inizialmente da traghettatore, proprio a Inzaghi. Nelle sette partite di fine anno totalizza 12 punti.

La conferma di Inzaghi con la Lazio e il ciclo biancoceleste
—Per la stagione 2016/2017 la proprietà delle Aquile cambia ancora: out Inzaghi, dentro Marcelo Bielsa. Qui c’è la vera sliding door che cambia, totalmente, la vita dell’allenatore piacentino. Bielsa non apprezza alcuni atteggiamenti di Lotito, c’è grande divergenza sul mercato e il Loco non ci sta. L’8 luglio rassegna le proprie dimissioni, appena due giorni dopo la firma. E allora, eccola, la grande chance: Simone Inzaghi è il nuovo allenatore della Lazio. La stagione è positiva: una finale di Coppa Italia, persa contro la Juventus, e il quinto posto valgono la conferma anche per l’annata seguente. Da segnalare anche la vittoria nel derby di ritorno, con la Lazio che torna a vincere una stracittadina dopo quasi quattro anni.

Le stagioni successive sono un crescendo di emozioni: le due Supercoppe vinte, nel 2017 e nel 2019 e la Coppa Italia contro l’Atalanta nel 2019. La stagione più esaltante, però, è quella del 2019/2020. La Lazio è una squadra quasi perfetta, con due giocatori spaziali a centrocampo come Luis Alberto e Milinkovic-Savic e un bomber come Immobile. In quell’annata la sensazione è chiara: la Lazio può lottare per lo scudetto. Alla 24a giornata, quella della sospensione pre-Covid, i biancocelesti sono a -1 dalla Juventus capolista, lanciati dopo una serie impressionante di risultati. La pausa forzata a causa della pandemia, però, fa male a una Lazio che dopo la sosta è stanca, nervosa e in crisi. Si ferma la striscia di 24 risultati utili consecutivi, record nella storia del club, e alla fine sarà soltanto quarto posto.
La Champions e il passaggio all'Inter di Inzaghi
—Nel 2020/2021 la Lazio torna a giocare la Champions League, in quella che è un'annata non esaltante in campionato. Qualche inciampo di troppo relega i biancocelesti al sesto posto. A fine anno, poi, un’altra svolta. L’Inter, reduce dal biennio di Conte, cerca un allenatore per la squadra campione d’Italia in carica. La prima opzione di Marotta e Ausilio sarebbe Allegri, ma il livornese torna alla Juve. Allora, nel segno della continuità tattica e del 3-5-2, la scelta ricade su Inzaghi. C’è un tira e molla con la Lazio, prima Lotito annuncia il rinnovo del suo allenatore, poi il rilancio dell’Inter cambia ancora le carte in tavola. Alla fine l’avranno vinta i nerazzurri: Simone Inzaghi è il nuovo allenatore dell’Inter.

I primi mesi di Inzaghi alla Pinetina sono eccellenti: fino a inizio febbraio la squadra sembra saldamente in controllo del campionato, accede agli ottavi di Champions League che mancavano da dieci anni, e conquista all’ultimo respiro una Supercoppa contro la Juventus. Poi, una crisi primaverile iniziata con il gol di Giroud nel derby perso in rimonta contro il Milan e l’eliminazione dell’Europa per mano del Liverpool mandano ko i nerazzurri. Punto apicale? La sconfitta di Bologna, dopo il pasticcio di Radu, che consegna lo scudetto ai rivali cittadini. Per i nerazzurri la delusione è tanta, con la sola, vana, consolazione della Coppa Italia vinta contro la Juventus a Roma.
Le difficoltà prima dello Scudetto e la finale di Istanbul
—La stagione 2022/2023, con il ritorno di Lukaku, è accompagnata da grandi aspettative. La squadra, però, non performa. Sin da subito il Napoli sembra irraggiungibile a causa delle tante sconfitte in campionato. A fine anno saranno ben 12. Diversa la musica in Europa: se il Bayern Monaco sembra imbattibile, con un gol di Calhanoglu e un clamoroso 3-3 al Camp Nou l’Inter elimina il Barcellona e accede alla fase a eliminazione diretta per il secondo anno consecutivo. Elimina il Porto agli ottavi, il Benfica ai quarti e vince l’Euroderby in semifinale.

La delusione di Inzaghi dopo la sconfitta in finale di Champions League. (Foto di Mattia Ozbot - Inter/Inter via Getty Images)
Clamorosamente, i nerazzurri si ritrovano in finale di Champions contro la favoritissima, il Manchester City. Dati per spacciati in partenza, la partita è in realtà equilibrata, anche se a spuntarla sono gli inglesi. Il percorso europeo, inaspettato, è una nuova iniezione di autostima, accompagnata da un’altra Supercoppa, contro il Milan, e la seconda Coppa Italia in due anni.
Le stagioni 2023/2024 e 2024/2025 sono quelle dell’affermazione di Inzaghi. Con gli innesti di Pavard, Thuram, Sommer e Frattesi si rinnova un ciclo che a metà della stagione precedente sembrava destinato a chiudersi. La nuova Inter è uno schiacciasassi in campionato e conquista lo scudetto della stella proprio nel derby contro il Milan, vendicandosi del titolo perso due anni prima. Poi, quest’anno, la consacrazione europea di un allenatore e di un gruppo con pochi eguali: se nel 2023 il percorso in Champions era stato agevole, quest’anno l’Inter ha dovuto scalare le vette più alte, eliminando Bayern Monaco e Barcellona. Il 31 maggio, a Monaco di Baviera, il Biscione avrà modo di lottare di nuovo per alzare la Champions League.

La festa di Inzaghi dopo la semifinale vinta contro il Barcellona. (Foto di Mattia Pistoia - Inter/Inter via Getty Images)
Adesso, a tre partite dalla fine della stagione, i nerazzurri hanno la possibilità di entrare nella storia. Per farlo, prima di tutto, dovranno battere la Lazio, inseguendo il Napoli nella lotta scudetto. Una partita che per Inzaghi non sarà mai come le altre
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