Napoli ed Inter hanno sempre avuto un'importante rivalità, ma non c'è stata una causa scatenante. Seppur più flebile rispetto a quella con la Juventus e col Milan, fra le due tifoserie non si registrano screzi o scontri continui. Alle cronache, si ricorda solo la complicata serata del 27 dicembre 2018, quando a San Siro venne ucciso un tifoso interista travolto da un auto. In seguito, nove persone, tra cui tre già in carcere, sono indagate per gli scontri avvenuti il 26 dicembre a Milano prima di Inter-Napoli, accusati di rissa aggravata. La Digos sta cercando di identificare il conducente del SUV che ha investito e ucciso Daniele Belardinelli, 39enne ultrà del Varese, durante i tafferugli.
Storia della rivalità
Storia della rivalità fra Napoli ed Inter, contendenti al tricolore 24/25


Gli scontri sono iniziati quando circa 100 ultrà interisti, insieme a sostenitori del Varese e del Nizza, hanno attaccato autobus di tifosi napoletani diretti allo stadio. Il procuratore di Milano ha chiesto il blocco delle trasferte dell'Inter e la chiusura della curva Nord fino al 31 marzo 2019. Quattro napoletani sono rimasti feriti. La giustizia sportiva ha sanzionato l'Inter per cori razzisti, imponendo due gare a porte chiuse. Le autorità politiche e sportive condannano la violenza, ma escludono uno stop al campionato.
Fra le due squadre si sono spesso giocate partite decisive. Negli anni ottanta, l'Inter dei tedeschi prima con Trapattoni e poi con Orrico, ha spesso conteso lo scudetto e le posizioni più prestigiose di classifica, al Napoli Maradoniano. In seguito, si registra una vittoria ai rigori del Napoli nelle semifinali di Coppa Italia 1996/97, poi persa in finale col Vicenza. Il fallimento del Napoli e le relative retrocessioni in B e in C, hanno diminuito sensibilmente le sfide tra le due squadre. Verso la fine della prima decade degli anni 2000, Napoli ed Inter si sono ritrovate in massima serie, e hanno ripreso a contendersi le alte posizioni per l'accesso in Champions League.
La storia, in breve, del tifo napoletano

Napoli è una delle poche grandi città mediterranee con una sola squadra di calcio. Il sentimento identitario è molto forte, e coinvolge tutte le classi sociali della città: il tifo per l'unica squadra della metropoli campana, unisce e compatta genti diversissime, dai quartieri più ricchi a quelli più popolari. Il tifo e la passione sono accomunati ad una vera fede indiscutibile, che prescinde dalla categoria e da chi veste la maglia azzurra. E' talmente imponente la vicinanza emotiva dei supporters napoletani, che nei gol più sentiti, le urla dei tifosi sono state registrate come dei terremoti dai sismografi della Federico II.
Le origini del tifo organizzato a Napoli risalgono agli anni '60, ma è negli anni '70 e '80, tra l'epidemia di colera del 1973 e il terremoto dell'Irpinia del 1980, che il movimento ultrà prende piede. Un gruppo di giovani tifosi, abituali alle partite in casa, decide di formare un gruppo per rappresentare la città e supportare la squadra. Così nasce il tifo ultrà partenopeo. Pur mantenendo una posizione apolitica, i tifosi napoletani esprimono un forte orgoglio meridionale, come dimostra l'esposizione di una bandiera duosiciliana durante la Champions League 2011-2012, simbolo di un passato di resistenza e indipendenza.
A livello nazionale, secondo il sondaggio "Sponsor Value" del 2024, il Napoli è la quarta squadra di Serie A più tifata, con circa 2,9 milioni di sostenitori. Questo numero è in crescita rispetto agli anni precedenti, dove nel 2023 si erano registrati 3,2 milioni di tifosi. Inoltre, secondo l'indagine di "Demos & Pi", il Napoli ha mantenuto la quarta posizione come squadra più sostenuta in Italia, con una percentuale media di tifosi intorno al 10%. A livello internazionale, si stima che il Napoli abbia circa 45 milioni di tifosi nel mondo, con 200 milioni di simpatizzanti.
La storia, in breve, del tifo interista

La tifoseria dell'Inter, conosciuta anche come "bauscia" (termine dialettale milanese per "sbruffone"), ha radici storiche legate alla borghesia milanese, in contrasto con i tifosi del Milan, tradizionalmente associati al ceto operaio. Negli anni '60, sotto la guida di Helenio Herrera, la tifoseria interista si è organizzata, dando vita a gruppi come i Boys-San, fondati nel 1969. La Curva Nord di San Siro è il cuore del tifo interista, con gruppi ultras come gli Ultras, i Viking e gli Irriducibili, spesso schierati su posizioni di destra o estrema destra.
La tifoseria interista è tra le più numerose in Italia, con circa 4,1 milioni di sostenitori nel 2024, seconda solo al Milan. A livello internazionale, l'Inter vanta un potenziale di 17,5 milioni di tifosi in Europa e 9,3 milioni in Sudamerica. La passione dei tifosi si riflette anche nell'affluenza allo stadio, con una media di 72.630 spettatori per partita nella stagione 2022-2023, una delle più alte in Serie A.
I gemellaggi più significativi includono quelli con la Lazio e il Varese, mentre le rivalità più accese sono con Juventus e Milan, con cui si disputano rispettivamente il derby d'Italia e il derby della Madonnina. La tifoseria interista è nota anche per le coreografie e l'organizzazione, con gruppi storici come i Boys-San e gli Irriducibili che hanno segnato la storia della Curva Nord. Nonostante alcune tensioni interne e la fine di alcuni gemellaggi, la tifoseria interista rimane una delle più fedeli e appassionate del calcio italiano.
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