Per chi è appassionato di Serie A, c’è un nome che spicca sempre tra quelli dei dirigenti attualmente nel nostro campionato: Pantaleo Corvino. Sinonimo di capacità di riconoscere il talento, di fiuto per gli affari e di grandi plusvalenze. Ecco tutte le “corvinate” della lunga carriera dell’attuale ds del Lecce.
Il personaggio
Tutto su Pantaleo Corvino: da Lecce a Lecce nel nome del talento

Il modus operandi di Corvino
—Prima di parlare dei grandi affari di Corvino, è giusto spiegare chi è, Pantaleo Corvino. Leccese, leccese, Corvino non ha mai giocato a calcio ad alti livelli. Anzi, ha fatto tutt’altro, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo a soli 15 anni. Sottufficiale dell’Aeronautica Militare, la prima squadra di cui è stato dirigente è il Vernole, terza categoria, evidentemente per passione. Poi il salto in Promozione a Scorrano, fino ad arrivare, a 39 anni, a Casarano, Serie C1, professionisti.
Un percorso atipico rispetto a tanti dei nuovi direttori sportivi, ex calciatori di alto livello o esperti uomini di affari. Corvino è cresciuto professionalmente in un calcio che non c’è decisamente più, dove per trovare un giocatore non c’erano esagoni, algoritmi - che comunque per il ds del Lecce sono utili - o video online. Per conoscere un giocatore, per valutarlo, era necessario viaggiare, osservarlo, studiarlo da vicino. Non solo sul campo. Anche fuori, umanamente, conoscere il contesto dal quale proveniva, il carattere, la persona, prima del giocatore.
Anche oggi Corvino conserva quel modo di studiare i calciatori che appartiene a un tempo che non c’è più ma, molto spesso, funziona. Ed è il motivo per cui dall’approdo di Fabrizio Miccoli a Casarano, la prima grande “corvinata”, ad oggi l’elenco dei nomi è in continuo aggiornamento, con Krstovic che si è appena aggiunto dopo la cessione all’Atalanta.
La prima esperienza a Lecce e a Firenze
—Nel 1998 approda a Lecce, squadra di cui è tifosissimo sin da bambino. Resterà per sette anni, in cui porterà al Via del Mare giocatori di alto profilo, soprattutto dall’estero. Dall'Est Europa, con Vucinic e Bojinov, dal Sudamerica, con Chevanton e Ledesma. Dall’Africa, con Axel Konan. Oltre alla prima squadra lavora anche sulle giovanili: tra il 2003 e il 2004 la Primavera giallorossa vince due scudetti, impresa che replicherà nel 2023, nella seconda vita in Salento di Corvino.
Nel 2005 Corvino lascia la Puglia per diventare il direttore sportivo della Fiorentina, per un’esperienza che durerà altri sette anni. Probabilmente è il periodo in cui, al fianco dei Della Valle, riesce a scovare il maggior numero di talenti e a piazzare grandi colpi anche già più conosciuti. Dopo due stagioni poco convincenti al Chelsea e alla Juventus arriva Adrian Mutu. Segnerà 69 gol in 143 partite, praticamente un gol ogni due presenze. L’Est Europa regala alla Viola anche Stevan Jovetic. Prelevato dal Partizan, il montenegrino domina, con colpi di classe da campione. Pagato 8 milioni nel 2008, verrà ceduto a 30 nel 2013.

A Firenze piazza anche tanti altri colpi meno significativi di quelli appena citati, come i giovani Ljajic, stella inesplosa per tutta la carriera, e Cerci, che vivrà a Torino un biennio incredibile, ma anche giocatori più affermati, come Toni e Gilardino. E poi Montolivo e Gamberini, diventati bandiere della Fiorentina, o sudamericani interessanti come Felipe Melo e Juan Manuel Vargas.
Il ritorno di Corvino in Toscana e Vlahovic, poi di nuovo a casa
—Dopo un’esperienza a Bologna non all’altezza di quelle passate, Corvino ritorna a Firenze nel 2016. Qui piazza la plusvalenza più clamorosa della sua lunghissima carriera. Compra dal Partizan, per 1.5 milioni di euro, Dusan Vlahovic. Il serbo ha segnato in patria solo 3 gol in 27 partite, un bottino discreto, parzialmente giustificato dal fatto che l’attaccante avesse meno di 18 anni. Corvino però non ha dubbi e Vlahovic va a Firenze. Le prime due stagioni sono complicate, gioca con poca continuità e fatica a imporsi, anche se chiude il secondo anno con 8 gol. Intanto Corvino ha già lasciato Firenze, a metà 2019.
Vlahovic, però, esplode: segna 21 gol al terzo anno, l’avvio della quarta stagione è semplicemente mostruoso. Venti gol in sei mesi su 24 partite giocate convincono la Juventus a investire su di lui. La società bianconera spende circa 80 milioni, per uno dei trasferimenti record del nostro calcio. Economicamente è il capolavoro di Corvino.

Con l’avvento della proprietà Commisso le strade tra la Fiorentina e Corvino si separano per la seconda volta. Nel 2020 è tempo di un nuovo ritorno, questa volta a casa, a Lecce. I giallorossi, in cadetteria dopo la retrocessione della stagione precedente, ben figurano, chiudendo quarti. Un risultato che è il preludio della promozione trionfale della stagione 2021/2022. Sul mercato sono arrivati intanto Morten Hjulmand, dall’Admira Wacker e Valentin Gendrey, dall’Amiens. Due profili giovani e semi-sconosciuti che in Salento fanno benissimo.
In Serie A il Lecce centra la salvezza per tre volte consecutive, mentre alla rosa Corvino aggiunge, nel passare del tempo, Falcone, Krstovic, Dorgu e Pongracic. Tolto Falcone, che è ancora protagonista al Via del Mare, le cessioni degli altri cinque giocatori precedentemente citati è valsa ai giallorossi una fortuna. In pieno stile Corvino.
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