Si è parlato molto delle individualità dell'Inter e della superiorità dell'Inter in avvicinamento alla sfida tutta milanese, ma il modo in cui viene metabolizzato il dirompente 5-1 a favore dei nerazzurri è soprattutto di carattere tattico.
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Eppure a febbraio...
Questo lascia intendere che, secondo la critica e secondo i social, con la tattica giusta Pioli avrebbe potuto tenere equilibrata la partita, al di là della forza degli avversari. L'accusa a Pioli è presto sintetizzata: senza Tomori e senza Kalulu, i due difensori più veloci che ha, doveva stare abbottonato e coperto. Senza lasciare così tanto campo alle scorribande negli spazi degli uomini di Inzaghi.
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Ma la sensazione, in questi casi, è che si tenda a commentare solo e soprattutto il risultato. Cosa aveva fatto Pioli nel derby di ritorno dello scorso campionato il 5 febbraio a San Siro? Il Milan era in difficoltà, veniva da tre sconfitte consecutive e si era chiuso, in posizione di totale attesa delle iniziative dell'avversario. Ma aveva perso 1-0 su azione di calcio d'angolo ed era stato ferocemente criticato lo stesso: ha rinunciato alla propria identità, ha rinunciato a giocare, proprio in un derby. Arrigo Sacchi urlò quasi al sacrilegio...
Esattamente il contrario di quanto si dice e si scrive oggi, dopo un derby in cui Pioli lo aveva detto chiaramente di voler "vedere il Milan", di volersela giocare. Non ha voluto il tecnico rossonero, proprio a inizio stagione, rinunciare ad una identità nascente, ad una identità in costruzione. A costo di pagare la scelta a caro, carissimo, prezzo.
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