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Insigne-Ancelotti, è sfida aperta: un derby interno che a De Laurentiis non piace affatto

VENICE, ITALY - SEPTEMBER 05: Jacqueline Baudit and Aurelio De Laurentiis walk the red carpet ahead of the "ZeroZeroZero" screening during the 76th Venice Film Festival at Sala Grande on September 05, 2019 in Venice, Italy. (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Momento Napoli: l'intervento del presidente

Redazione DDD

Ancelotti a Napoli anche per dieci anni. Quest'oggi il presidente del club partenopeo Aurelio De Laurentiis, a margine della presentazione a Palazzo San Giacomo per la convenzione dello stadio San Paolo, si è espresso così sul rapporto col suo allenatore.

Ma Aurelio De Laurentiis ha parlato anche di Lorenzo Insigne: "Nessuno può risolvere il problema di Insigne se non è Insigne a risolverlo. Deve capire da grande cosa vuole fare. Ha sempre avuto un atteggiamento di scomodità a Napoli. A me sta molto simpatico, lo proteggo, mi piace, però a lui Napoli è sempre stata  scomoda la situazione napoletana. Deve tranquillizzarsi, deve diventare una persona più serena. Ma è un problema suo, non glielo può risolvere nessuno: né Raiola né Ancelotti né De Laurentiis.

È un grandissimo calciatore e può essere più o meno in forma. Se per l’allenatore è meno in forma, non può uscirsene  con battute o atteggiamenti quasi di sfida. L’allenatore è un padre di famiglia, ha 60 anni e non ti manda a quel paese perché ha tre volte la tua età.

Questa storia della tribuna è un’altra stupidaggine da risolvere. L’altro giorno ho visto la partita del Bari, hanno fatto cinque cambi perché così si può fare in Serie C. Ho chiamato Gravina e gli ho suggerito di portare quest’esperimento dei cinque cambi anche in Serie A. In Italia già ottenni la panchina lunga, evitando di lasciare giocatori in tribuna. In Europa invece siamo rimasti che bisogna portare qualcuno in tribuna.

Insigne deve capire che Napoli è casa sua, siamo tutti suoi fan, ma deve essere sorridente, deve imparare a fare buon viso a cattivo gioco perché il cattivo gioco esiste. Siamo in tanti e tutti devono giocare. I cambi però sono tre, non cinque, e se qualcuno si fa male poi bisogna aspettare prima di fare gli altri due, creando problemi di spogliatoio".

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