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domenica a pranzo bagna cauda verdure e torino juventus mesque un partido

di Davide Capano Torino-Juve non è solo un incontro di calcio.Torino-Juve non è solo Belotti contro Higuaín, Mazzarri contro Allegri o Cairo contro Agnelli.Torino-Juve ètanto di più. Mica disbrighi o quisquilie.Parliamo di due squadre agli...

Redazione Derby Derby Derby

di Davide Capano

Torino-Juve non è solo un incontro di calcio.Torino-Juve non è solo Belotti contro Higuaín, Mazzarri contro Allegri o Cairo contro Agnelli.Torino-Juve ètanto di più. Mica disbrighi o quisquilie.Parliamo di due squadre agli antipodi, diverse in tutto, per mentalità, politica, sociologia, storia e tradizione. Non è una fatalità se i granata nascono il 3 dicembre 1906 da un gruppo di dissidenti bianconeri, guidati dallo svizzero Alfred Dick che non condivideva la svolta verso il professionismo della società juventina. Il 13 gennaio del 1907il Toro prende per le corna la Madama, 2-1, e porta a casa il primo derby torinese di sempre al Velodromo Umberto I.

Da quel pomeriggio in poi ce ne sono state altre 194 di stracittadine (più 41 “amichevoli”)chehanno acuito la rivalità tra le tifoserie.Il derby della Mole Antonelliana è una commistione di espressioni dal sapore granata-bianconero.Il Torino scende spesso a patti con il destino, la Juve si toglie non di rado tutti gli sfizi. Il Torino è un dialetto, la Juve è universale. Il Torino è gergo, la Juve è un “esperanto” calcistico.In riva al Po il match diventa quasi “una faccenda sociale” intrinseca di adrenaline, amori, beghe, colori, emozioni, istinti, passioni, pathos estili. Basta ricordare l’esultanza di Enzo Maresca (ora collaboratore tecnico al Siviglia diVincenzo Montella) ola famosa buca scavata con nonchalance d aRiccardo Maspero nel 2001 per misurare il termometro di una sfida che fa tremare i parastinchi.

Eppure, nonostante viviamo nel momento più social del genere umano, è importante ancora il microcosmo quotidiano, l’amico del calcetto, il collega d’ufficio, il macellaio. Twittiamo e whatsappiamo, ma è larelazione con chi abbiamo vicino che modifica l’umore delle persone. Ecco perché un derby cosìpuò valere di più; perché il risultato della gara nel suo piccolo, a Torino, in una città con la più bella posizione naturale del mondo secondo l’urbanista franceseLe Corbusier, può cambiare la qualità della vita di molti. Almeno per qualche giorno. Potere del pallone. Perché alla fine il calcio è una sequenza di frame impregnati di mixed feelings.Domenica a pranzo godetevi bagna càuda, verdure (a scelta tra sedano, peperoni, ravanelli o cardi) e Torino-Juventus: mésque un partido!

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