LA VERA MILANO...

Milano, il derby del Derby: “La vita l’è bela e Padre Eligio…”

Redazione DDD

Al derby del calcio manca il Derby del cabaret...
00:16 min

Oggi il derby si gioca in casa dell'Inter e a San Siro si suoneranno altre musiche, ma, nella lista dei brani "sparati" prima delle partite in casa del Milan, un posto d'onore ce l'ha "E la vita, la vita", meglio conosciuta come "La vita l'è bela", una della Canzoni intelligenti di Cochi e Renato, scritta da Renato Pozzetto e da Enzo Jannacci.

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Sigla di chiusura di "Canzonissima" del 1974...

"E la vita, la vita" è diventata quasi un inno della curva Sud del Meazza perché Cochi e Renato sono milanisti, come lo era Jannacci. Tre artisti che per anni hanno animato il Derby Club di via Monte Rosa 84, a due passi da piazzale Lotto, sulla strada per San Siro. Via Monte Rosa-piazzale Lotto-viale Caprilli-San Siro: il tragitto della speranza.

Locale eccezzziunale Diego Abatantuono srotola per la Gazzetta dello Sport il filo rosso che legava il Derby allo stadio: "Ho cominciato a frequentarlo da piccolo, avrò avuto tredici anni, perché era il locale di mio zio, ancora non ci lavoravo. Si chiamava così per i cavalli, prima era un ristorante frequentato da tutti quelli del trotto e del galoppo. Mio zio lo trasformò in un locale di jazz e da lì fu un attimo passare al cabaret con Cochi, Renato, Jannacci e tanti altri. Al Derby veniva Rivera che abitava nel mio palazzo ed ero gasatissimo. Quando c'era il derby, ma anche per le altre partite, partivamo in tarda mattinata dal Derby, in via Monte Rosa, e andavamo a piedi a San Siro, una bella banda: io, Ugo Conti, Teo Teocoli, Maurino Di Francesco, c'era anche Fabio, l'addetto alle luci, soprannominato Che artisti Un gruppo del Derby:Ernst Thole, Diego Abatantuono, Enzo Jannacci, Mauro Di Francesco, Giorgio Porcaro, Massimo Boldi e Giorgio Faletti".

Abatantuono e Rivera vivevano in un condominio di piazza Velasquez, non distante da lì, in una zona non esattamente centrale o di lusso particolare, questo per sottolineare come i calciatori di allora fossero più vicini alla gente comune e non rinchiusi in torri d'avorio. Covo rossonero. ma... Nel giorno del derby ricordiamo il Derby inteso come locale della Milano notturna, per quasi trent'anni tra il 1959 e il 1985, l'anno della chiusura. Il Derby, è giusto precisarlo, era un covo di artisti milanisti. Questo non significa che non fosse frequentato da interisti o che lì non si esibissero comici dell'Inter, per esempio Enzo Iacchetti e Paolo Rossi, ma l'anima del posto era colorata di rosso e di nero e buona parte dei testi li scriveva Beppe Viola, il giornalista della Rai di cui a ottobre è ricorso il quarantennale della scomparsa.

Il Derby era un posto speciale, per un certo periodo al Derby Club di via Monte Rosa e al Cab64 di via Santa Sofia non era insolito imbattersi in un giovane Franco Battiato, fresco di arrivo dalla Sicilia, subito ribattezzato "Ciòaddire?" perché a qualunque domanda rispondeva "Ciò a dire?". Il modo di sopra e il mondo di sotto si mescolavano, si dice che al principio dei Sessanta, prima dell'arresto, tra gli habitué del Derby ci fosse Luciano Lutring il bandito, detto il solista del mitra. Ci andavano un po' tutti, nel tempo avvistati Beffino Craxi, il Krupp delle acciaierie, l'Agusta degli elicotteri, il boss malavitoso Francis Turatello, padre Eligio consigliere spirituale di Rivera. Tutti li per mangiare qualcosa al piano di sopra e per farsi due risate con gli spettacoli di cabaret al piano di sotto. Musica e sketch, sperimentazione. Tante battute che avremmo ascoltato in tv nascevano in quelle notti fumose. "Del Derby rammento gli sketch con Teo Teocoli ricorda Massimo Boldi, attore e milanista, le intuizioni di Enzo Jannacci, Abatantuono sempre presente fin da piccolo, tanti altri artisti poliedrici, sempre attuali. Tra noi è rimasta una grande amicizia, ci ritroviamo sempre alla cena di Natale per farci gli auguri, l'ultima volta alla "Meatball Family", la polpetteria di Diego, dove abbiamo cantato e ripercorso le nostre storie al Derby".