Le parole di Emanuele Troise, a DerbyDerbyDerby

“Napoli, punto guadagnato: che sofferenza col Bologna”: Emanuele Troise ed il cuore diviso a metà

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Emanuele Troise ha giocato sia col Napoli che col Bologna. Ai microfoni di DDD, parla della partita di lunedì sera fra le due squadre che puntano al vertice. La sofferenza di mantenere il vantaggio esiguo, e la tenacia nell'attaccare tutta la gara.
Michele Bellame Redattore 

"Bologna è una seconda casa per me, ci sono stato da giocatore e da allenatore; è un legame ancora forte oggi". Emanuele Troise ha avuto il cuore diviso a metà, nella partita di lunedì sera. Una vita a Napoli, dalle giovanili fino alla serie A, per poi approdare a Bologna, più volte, prima da giocatore, poi da allenatore delle giovanili: "A Bologna, da calciatore, sono stato un solo anno, neanche troppo positivo: ho avuto qualche infortunio di troppo. Però ho avuto il piacere di ritornare prima da collaboratore tecnico in cadetteria, e poi da allenatore delle giovanili. Il ricordo più bello che mi porto è il campionato con la Primavera e la vittoria del Viareggio della vecchia edizione nel 2018. Non solo: vincemmo il campionato e anche la supercoppa. Ricordo che festeggiammo al Dall'Ara, che ci accolse festeggiando. Per noi è stato davvero incredibile".

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Emanuele Troise è un allenatore capace, che si è fatto le ossa nella primavera del Bologna per poi approdare in serie C con il Mantova e guadagnare due secondi posti con la Cavese in D; in seguito, ha allenato Rimini ed Arezzo, con cui è attualmente sotto contratto, ma si è reso disponibile per chiacchierare con DerbyDerbyDerbydopo la partita Bologna-Napoli; la redazione ringrazia naturalmente la disponibilità dell'ufficio stampa dell'Arezzo, nelle persone di Luca Caneschi e Michele Catalani.

Bologna-Napoli, Emanuele Troise: "Gara dai due volti, Bologna agguerrito e Napoli impreparato"

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La differenza tra il tifoso e l'allenatore non sta nella posa che si assume sul divano mentre si vedono le partite, ma sta naturalmente nella capacità analitica e soprattutto nel distacco: "Da tifoso, dico che bisogna essere soddisfatti per il percorso che il Napoli sta facendo, considerando anche l'anno scorso. Non avrei mai pensato che il Napoli avrebbe combattuto per lo scudetto. Grazie all'allenatore, al mercato, e all'innesto di nuovi giocatori. Dopo il pareggio col Bologna c'è un po' di amaro in bocca, però si rimane ancora lì, a -3dall'Inter".

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"Se devo fare un'analisi da allenatore - continua Troise - dico che è stata una partita dai due volti. Nel computo di quel che è stata la partita, ritengo sia stato un punto guadagnato: il Bologna ha avuto più occasioni nel secondo tempo. Inoltre, è una squadra in forma, ben allenata, su un campo difficilissimo perché c'è un'ambiente vivo ed esaltato. Se si considerano le occasioni del Napoli nel primo tempo, così come un'interpretazione della ripresa che non ha pagato perché, alla volontà di mantenere il risultato, s'è trovata di fronte un Bologna agguerrito, e quindi a doversi difendere dai tanti attacchi degli avversari".

Bologna-Napoli, Emanuele Troise: "Impossibile mantenere un vantaggio striminzito, non ci sono giocatori adatti"

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Tra primo e secondo tempo, della partita di lunedì sera, c'è stato un notevole cambio di marcia della squadra di Italiano: sebbene in svantaggio nel primo tempo, nella ripresa ha avuto completamente il pallino del gioco. Non si conta, quindi, una sola azione d'attacco della squadra ospite. "Nel mio lavoro da allenatore ho cercato sempre di non fare il tifoso. Ho avuto la sensazione che il Napoli volesse gestire questo vantaggio striminzito. Non perché non fossero in grado, ma l'avversario non l'ha permesso. Gli azzurri non hanno interpreti per gestire un vantaggio di appena una rete, quando si trova di fronte avversari di un certo livello. Loro hanno fatto sempre leva sul collettivo, perché con la cessione di Kvara, non ci sono giocatori in grado di cambiare l'inerzia della gara.

Dopo un'ora di partita, si vedeva che il Bologna era in netto predominio, e tanti giocatori del Napoli erano stanchi: lo stesso Lukaku, è plausibilmente calato, e le sue aperture non sono state efficaci. Non capisco perché non ci sono stati degli interventi dalla panchina per cambiare assetto tattico, ma soprattutto per cambiare il ritmo. Era nell'aria, che il Bologna avrebbe segnato".

Troise: "Bologna è una seconda casa"

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"Io sono stato lì la settimana scorsa, ho visto l'allenamento e mi sono confrontato apertamente con Italiano: lui è un offensivo, non scende a compromessi con il proprio credo. Lui è lo stesso che ha perso due finali di Conference League per non abbassare la linea della difesa e andare ai supplementari. Quindi, porta ad abbassare gli avversari, perché sono sempre alti, e la palla gira veloce. Politano ha sofferto, uguale Anguissa".

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Troise è stato al Bologna nella stagione 2003/04: appena dieci presenze da calciatore, in massima serie. Seguono, dopo il ritiro, altre tre esperienze con i felsinei: "Per me Bologna è una seconda casa. C'è un'ambiente entusiasta, ma consapevole, perché stanno lavorando bene. Da quando è arrivato il presidente Saputo, c'è una continuità ed un equilibrio importanti per mantenere il Bologna ad alti livelli. Dopo l'anno scorso, sfido chiunque a credere in una squadra che avrebbe mantenuto quella stessa stagione, con la vendita di tanti giocatori, e con la partenza del vecchio allenatore. Italiano ha ereditato questa squadra ed è stato capace, dopo un giusto periodo di ambientamento, di applicare i propri credi tattici. Oggi, c'è programmazione e fiducia. La società dovrebbe essere da esempio per tutt'Italia. Sartori, Marco Di Vaio, hanno continuato un lavoro iniziato da Bigon e Corvino. Oggi si stanno raccogliendo i frutti di anni e anni di lavoro coerente".

Troise: "Col Napoli ho sfiorato la nazionale"

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Per un napoletano, giocare con la maglia del Napoli non è mai facile. Si sa. Da Taglialatela a Mazzocchi, passando per Paolo Cannavaro a Lorenzo Insigne. Emanuele Troise ha indossato a lungo quella maglia: dalle giovanili, fino all'esordio in prima squadra nel 1998: "Di Napoli conservo tantissimi ricordi, dal campionato vinto con Novellino, alla serie A. I primi anni sono stati di grandi emozioni, con cui personalmente avevo sfiorato anche la nazionale; purtroppo quelle successive sono state più difficili. Se devo sceglierne uno, è quello dell'esordio con la maglia del Napoli. La prima volta che dovevo entrare con la maglia da titolare era un Napoli-Bari di Coppa Italia con gol di Scapolo. Ricordo lo stato d'animo come se fosse adesso. Poi, ripeto, ce ne sono tanti: il primo gol, la vittoria della B... Credo che vincere a casa tua con la maglia della tua città, sia stata una fortuna, un sogno che si avvera. Anche se è stata solo la serie B, è un'esperienza che mi tengo stretta".