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di Simone Balocco – Meno di 40 giorni al prossimo derby Juve-Toro. E’ vero e proprio countdown. Il prossimo 5 maggio si giocherà infatti il 198esimo derby della Mole (176° in campionato) tra Juventus e Torino: all’”Allianz...

Redazione Derby Derby Derby

di Simone Balocco -

Meno di 40 giorni al prossimo derby Juve-Toro. E' vero e proprio countdown. Il prossimo 5 maggio si giocherà infatti il 198esimo derby della Mole (176° in campionato) tra Juventus e Torino: all'”Allianz stadium”, Chiellini e compagni (che i tifosi bianconeri sperano abbiano vinto già matematicamente l'ottavo scudetto di fila e che siano ad un passo dalla finale di Champions League) ospiteranno la tenace formazione di mister Mazzarri e del “gallo” Belotti.

Il derby della Mole è un derby molto particolare, un match atteso in riva al Po tutta la stagione (da buon derby cittadino qual è). Da una parta la ricca, vincente e borghese Juventus, dall'altra il povero e proletario Torino. Il derby dove non solo in schedina si gioca sempre 1x2, ma c'è sempre una squadra favorita: la Juventus. Sugli spalti però i tifosi granata danno sempre il meglio di sé per cercare di sconfiggere i “cuginastri” con il tifo, cercando di portare la loro squadra alla vittoria contro quella squadra che...non rappresenta Torino ma tutta l'Italia. Ed in Curva Maratona è meglio essere la squadra più tifata in città e in provincia piuttosto che vincere scudetti e schierare Cristiano Ronaldo. Cristiano Ronaldo che decise il match di andata, tra l'altro.

Nella sua lunga storia, questa partita ha regalato sempre emozioni e gol. Alcuni da cineteca, altri di fortuna e altri cercati. Perché il derby Juve-Toro non si gioca, si deve vincere. Juve e Torino sono due delle tre squadre che hanno vinto lo scudetto per cinque volte di fila e negli anni Settanta le due squadre lottavano per lo scudetto: epico il biennio 1976-1978, con il Torino campione nella stagione 1975/1976 ed in quella successiva la Juventus vincitrice del titolo con un punto di vantaggio sul Torino e i granata secondi l'anno dopo.

Il campionato 2001/2002, invece, vide due derby clamorosamente epici, sia all'andata sia al ritorno. L'andata si giocò il 14 ottobre e vide la partita chiudersi sul 3-3: primo tempo solamente bianconero con Juve avanti 3-0 e ripresa tutta di marca granata con gol di Lucarelli, Ferrante su rigore e Maspero. Poi al minuto 87 l'opportunità bianconera di chiudere il match con il rigore di Salas. In attesa che l'attaccante cileno calciasse il rigore, l'arbitro Borriello fu sommerso dai giocatori granata tranne che da Riccardo Maspero che si diresse sul dischetto e, con il piede destro, fece una sorta di buca. Salas calciò e la palla andò alta sulla traversa. Merito della buca? Forse.

Il 24 febbraio 2002 si giocò il ritorno: la Juventus era in lotta per il titolo ed il Torino era comodamente nella zona centrale della classifica. Come tutti i derby della Mole della storia, anche quello fu combattuto con la Juventus sempre avanti ed il Toro a difendersi dalle incursioni avversarie. Minuto 10 e la Juve passò in vantaggio con Trezeguet. La ripresa vide il pareggio di Ferrante al 64' e il vantaggio di Cauet. Torino avanti quando mancavano dieci minuti alla fine del tempo regolamentare: i ragazzi di Camolese dopo sette anni potevano fare il colpaccio contro la Juventus. Ma al minuto 89 arrivò il destino sopra il “delle Alpi”: cross di Thuram da destra, palla spiovente in area ed Enzo Maresca, entrato tredici minuti prima al posto di Davids, decise di entrare nella storia della stracittadina piemontese. Il numero 16 saltò più in alto di tutti, colpì forte di testa e Bucci non poté fare altro che raccogliere la palla in rete. Pareggio juventino con la prima rete di Maresca in Serie A.

Maresca scoppiò in una gioia irrefrenabile e decise di diventare un'icona per tutti i tifosi bianconeri, imitando un gesto ammirato da un giocatore del Torino poco prima. Facciamo un passo indietro e torniamo al gol del pareggio di Ferrante, proprio al minuto 64: il bomber di Velletri era (ed è) un idolo del popolo granata perché è a oggi il quinto marcatore di sempre della storia del club ed in quel periodo era solito festeggiare dopo un gol mettendosi l'indice destro e l'indice sinistro sulla testa imitando il toro nell'arena. Aveva fatto il gesto sia all'andata, sia al ritorno contro la Juventus. E cosa fece Maresca? Dopo il gol mise anche lui l'indice destro e sinistro sulla testa ad imitare il gesto del toro. I tifosi bianconeri apprezzarono (eccome), i tifosi granata non apprezzarono (eccome).

Il giocatore fu “calmato” dai compagni e a fine partita ebbe uno screzio con alcuni giocatori del Toro. Tensioni post derby di un derby mai banale. Sono passati diciassette anni, e altri ventuno derby torinesi giocati, da quel gesto e ancora tutti i tifosi delle due squadre si ricordano delle “corna di Maresca”. I tifosi granata forse un po' di più anche perché nell'estate 2013 si parlò di un passaggio di Maresca dalla Samp al Torino, con i supporter granata contrarissimi all'arrivo del centrocampista salernitano dopo i fatti del derby del 24 febbraio 2002. Il giocatore rimase poi a Genova.

Marco Ferrante ed Enzo Maresca sono stati due magnifici interpreti del derby di Torino: da una parte il bomber implacabile, dall'altra il giovane (allora) che decise, per sfregio, emulazione e goliardia, di imitare il gesto del giocatore simbolo (in quegli anni) del Torino, scrivendo una pagina indelebile nel derby torinese. Da parte un cuore Toro e dall'altra uno dei tanti giocatori della Juventus, da una parte uno che ha scritto pagine indelebili con la casacca granata ed uno che ha sempre avuto la valigia in mano e ha girato l'Italia in lungo ed in largo, affermandosi anche all'estero. E poi c'è quel suo gol e quel suo gesto iconico. Perché segnare è nello, ma farlo in un derby lo è ancora di più.

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