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La partita tra Intere Udinese ha un comune denominatore tra le due: entrambe sono sembrate squadre diverse rispetto alla prima giornata. Una in meglio, l'altra in peggio. Ecco gli spunti forniti dalla partita vinta dai friulani a Milano.
Per l'Inter e i suoi tifosi saranno due settimane lunghe, come sempre quando perdi prima della sosta, e piene di pensieri. Pensieri un po' su tutto: qual è la vera Inter? Quella che ha perso in casa con l'Udinese dopo una chiusura di primo tempo insufficiente sotto qualsiasi punto di vista? O quella arrembante dei primi 15 minuti del secondo tempo contro i friulani, fino al gol annullato a Dimarco? Oppure, quella vista con il Torino? Insomma, domande su domande, che riguardano anche alcuni singoli. Da un Calhanoglu troppo brutto per essere vero a un Bisseck compassato e accompagnato dai mugugni di San Siro, per Chivu la pausa nazionali servirà per mettere in ordine le idee.
A proposito di idee: cosa farà ora la dirigenza dell'Inter? L'ultimo giorno di mercato riserverà colpi inattesi? La sensazione è che: no, questi sono e questi saranno i giocatori in rosa per i nerazzurri. Con qualche lacuna strutturale, a partire dal vice-regista. Chi prenderà il posto di Asllani e giocherà davanti alla difesa quando Calhanoglu non sarà disponibile? L'anno scorso il turco ha avuto più di qualche problema fisico, non tutelarsi sarebbe poco sensato. Barella ha fatto e può fare quel ruolo, ma vorrebbe dire costringerlo a una stagione estenuante: non la migliore delle ipotesi.
Passiamo alle note positive per i nerazzurri. Poche, a dir la verità, ma qualcuna c'è. In primis la condizione spaziale di Thuram, il più in palla dei suoi, sempre pericoloso quando ha avuto la possibilità di sgasare. In attacco ha dato buoni segnali anche Francesco Pio Esposito, all'esordio in Serie A. La speranza è che presto il centravanti campano abbia la possibilità di giocarsi le sue carte dal primo minuto. Ridurlo a una semplice arma dalla panchina, anche per il tipo di giocatore che è, sarebbe assolutamente deleterio. I lampi fatti vedere contro l'Udinese sono quelli di un ottimo calciatore, con potenziale smisurato. Per lui, per l'Inter ma soprattutto per la Nazionale la speranza è che i minuti possano aumentare presto.
Il risultato di oggi è pesante anche perché il calendario adesso non gioca a favore dell'Inter. Il Derby d'Italia, sempre pesantissimo per la rivalità che c'è con la Juventus, assume un valore importante anche ampliando lo sguardo all'intero campionato. Perdere ancora vorrebbe dire trovarsi a -6 dai bianconeri di Tudor ma, potenzialmente, anche dal Napoli. Un divario non insormontabile, ovviamente, essendo ancora a settembre, ma sicuramente da monitorare. Allo Stadium, quindi, vietato sbagliare, sperando in buone notizie da Firenze.
In casa Udinese è il momento della festa. Dopo il pareggio all'esordio con l'Hellas i friulani sbancano San Siro colorato di nerazzurro per la prima volta dal dicembre 2017. All'epoca finì 1-3, in una partita pre-natalizia decisa da Barak, De Paul e Lasagna. Oggi a regalare i tre punti alla squadra del Nord-Est sono Davis e Atta, ma solo sul tabellino. Il vero mvp di giornata è sicuramente Kristensen. Il classe 2002 danese ha dominato su tutte le palle alte che sono spiovute dalle parti di Sava, in una prestazione che, tra qualche anno, potrebbe ricordare come una delle migliori della sua carriera.
Runjaic può sorridere: la fisicità della sua squadra rappresenta un'arma che può decidere qualunque partita. Oltre a Kristensen, ha dominato in area di rigore anche Solet, mentre a centrocampo l'affidabilità di Piotrowski e Karlstrom è sinonimo di grande solidità. E la dirigenza bianconera è pronta a mettere il carico: Z+Z, Zaniolo più Zanoli. I due saranno le ultime aggiunte a una squadra che potrebbe fare molto meglio dello scorso anno. Il vero ago della bilancia? La condizione di Keinan Davis. Se sta bene, cosa che purtroppo per lui non è scontata, il britannico è davvero un ottimo giocatore, in grado di non far rimpiangere Lucca.
A proposito di ottimi giocatori, ultimo ma non per importanza merita una paragrafo a parte Arthur Atta. Francese, classe 2003, mezzi fisici e tecnici importantissimi, accompagnati da una visione e una fantasia fuori dal comune. Probabilmente è lui il vero gioiello di questa squadra. Arrivato dal Metz nell'agosto 2024, quello contro l'Inter è il suo primo gol in Serie A con la maglia dell'Udinese. Ora, a 22 anni compiuti, è pronto a fare uno step in più: aggiungere concretezza e, perché no, qualche gol. Se ciò dovesse accadere, i bianconeri rischiano di trovarsi in casa un giocatore da piani alti della classifica.
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