EMOZIONE ZERO

Derby di Teheran numero 99: stadio vuoto causa repressione

DERBY DI TEHERAN
All’Azadi Stadium Esteghlal e Persepolis pareggiano 2-2. L’attaccante dei padroni di casa, Amir Arsalan Motahari, dopo la rete segnata nella ripresa per il momentaneo 2-1, non ha festeggiato ed è scoppiato a piangere…

Redazione DDD

di Sergio Pace -

Atmosfera cupa, nera come il terribile lutto che sta vivendo il popolo iraniano. La repressione in Iran sta togliendo tutto, anche la passione per il calcio. Il 99° derby di Teheran tra l’Esteghlal FC e il Persepolis FC è filato via in un clima surreale. All’Azadi Stadium non c’erano spettatori e il silenzio era assordante.

Il regime aveva inizialmente bloccato la partita di calcio più seguita in Iran a causa dell’inquinamento atmosferico

Notizia poi smentita, con il governatorato provinciale che ha dato il via libera. Sì, ma senza la gente sugli spalti. In campo le due squadre non si sono comunque risparmiate. Il Persepolis di Yahya Golmohammadi è andato in vantaggio al 16’ con il difensore georgiano Giorgi Gvelesiani. Il pareggio dell’Esteghlal è arrivato al 30’ con Roozbeh Cheshmi, autore del primo gol con cui l’Iran ha battuto 2-0 il Galles nel secondo turno della fase a gironi del Mondiale di Qatar 2022, poco meno di un mese fa all’Ahmed bin Ali Stadium di AlRayyan.

Derby di Teheran numero 99: stadio vuoto causa repressione- immagine 2

Nella ripresa il gol del vantaggio dei padroni di casa, guidati in panchina dal portoghese Ricardo SáPinto, porta la firma dell’attaccante Amir Arsalan Motahari, che non ha festeggiato ed ha alzato le braccia scoppiando a piangere. I compagni sono andati subito ad abbracciarlo e a consolarlo. Una scena che certifica appieno il clima che si respira nel paese. Al 90’ il Persepolis pareggia i conti con la doppietta di Gvelesiani. Un punto che permette proprio alla capolista Persepolis, a quota 25 punti, di mantenere i due punti di vantaggio sui rivali dell’Esteghlal terzi (23 punti). Una gara definita dai giornalisti sportivi iraniani priva di emozioni senza la presenza del pubblico. Il timore del regime? I tifosi avrebbero potuto intonare cori ed esporre slogan di protesta durante la partita, trasmessa in diretta dalla televisione di Stato.

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