LA TATTICA E IL BARICENTRO...

La lezione della Champions

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Bravo Pioli martedì sera, ma adesso il Milan deve rimanere sintonizzato sulla frequenza della flessibilità tattica
Redazione Derby Derby Derby

di Max Bambara -

Per battere il PSG Stefano Pioli ha dovuto prima di tutto guardarsi dentro. Perché il Milan della gara di martedì sera è una squadra completamente diversa rispetto a quelle delle ultime esibizioni. Non è dato sapere quanto tutto questo sia il risultato del confronto squadra-allenatore, ma è giusto dare i meriti a Pioli perché la gara contro i francesi è stata quasi perfetta sanando tutti gli errori dell’ultimo periodo.

In primis ha sanato la criticità del baricentro della squadra

Da troppo tempo il Milan aveva un baricentro decisamente troppo alto. La squadra giocava quasi con la difesa vicino alla linea di centrocampo e questo da un lato è un atteggiamento che può essere considerato coraggioso ma, dall’altro lato, può diventare un rischio enorme se centrocampisti e attaccanti non riescono ad attaccare la palla alta con i ritmi ed i tempi giusti. Da un po’ di tempo il Milan non riusciva più a farlo e ciò aveva aumentato notevolmente il numero di palle scoperte a cui erano stati esposti i difensori centrali. Facile poi prendersela con il difensore di turno, ma gli uno contro uno in campo aperto sono un rischio da calcolare, non un terno al lotto da giocarsi con ostinata ripetizione.

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(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Pioli, con la sua scelta di abbassare la linea difensiva di almeno 20 metri, ha dimostrato di aver compreso come il suo Milan, in questo momento, abbia bisogno di una strategia di gioco diversa, in cui la compattezza fra i reparti deve prevalere su un concetto ammirevole come quello della difesa alta, ma chiaramente rischioso. Proprio nella compattezza e in un ritrovato equilibrio collettivo, il Milan ha trovato i germogli per sfoggiare una prestazione di altissimo livello, in cui i contenuti tecnici ed i toni agonistici sono stati molto alti. Intelligente ed azzeccatissima poi la scelta, chiaramente ponderata, di non pressare mai la prima uscita palla del PSG: è successo solo una volta (probabilmente per errore) e in quell’occasione il Milan è stato graziato da Mbappe. Per i restanti quasi 100 minuti di gara invece il Milan ha continuato a difendere di posizione, stando particolarmente attento a tenere corti i reparti e a togliere spazi e riferimenti ai giocatori offensivi del PSG.

D’altronde se hai Rafael Leao, è abbastanza tautologico comprendere che un giocatore del genere si esprime meglio nelle ripartenze. Più pressi alto, più dai spazio agli avversari. Meno pressi alto, più liberi spazio per i giocatori offensivi. La mossa più azzeccata di martedì sera, tuttavia, è stata senza dubbio quella di rivedere finalmente i terzini fare i terzini. L’innovazione dei terzini dentro il campo era diventata prevedibile, ma soprattutto aveva connotati masochistici. Contro squadre chiuse a serramanico bisogna sfruttare l’ampiezza del campo e tenere i terzini in una posizione interna non favoriva tutto ciò. Peraltro, degli ultimi 4 gol del Milan, 3 li ha segnati Giroud di testa su tre cross (Pulisic, Calabria, Theo Hernandez). Anche qui il discorso è il medesimo di quello precedente su Leao. Se hai una punta così forte in elevazione, i cross hanno molto più senso della volontà di andare dentro con i triangoli nello stretto.

Complimenti a Pioli quindi per il modo magistrale in cui ha preparato questa partita. Però, adesso, una preghiera per lui: il Milan deve continuare ad essere tatticamente flessibile. Con l’ideologia difficilmente si vincono i campionati.

 

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