IL NIGERIANO E IL CAMPO APERTO

Le difficoltà di Chukwueze

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Non una stagione positiva finora per il nigeriano: ragioni di campo e prospettive future
Massimo Bambara

Quasi sempre, quando valutiamo i giocatori, dobbiamo partire dal contesto in cui agiscono. Nel 2010 Ibrahimovic perse il posto nel Barcellona non certamente perché non era un grande giocatore. Semplicemente Ibra non si era calato in un contesto di calcio in cui Messi voleva agire da punta pura e in cui la palla alta era quasi considerata un abominio. La premessa è d’obbligo per introdurre il tema odierno, ossia il rendimento in questa stagione di Samuel Chukwueze. Certamente parliamo di un rendimento non in linea con le attese. Il giocatore nigeriano era infatti arrivato al Milan con premesse diverse. Qualcuno, ad agosto, ipotizzò che il Milan, con il suo acquisto, avesse trovato una sorta di equivalente di Rafael Leao sulla fascia opposta.

Ad oggi il bottino raccolto da Chukwueze è abbastanza magro

Soltanto due gol ed un assist in 21 partite. Senza dubbio sulla stagione del ragazzo venuto dalla Spagna possono avere inciso due eventi abbastanza impattanti come un infortunio muscolare avvenuto nel mese di ottobre e la convocazione in Coppa d’Africa nel mese di gennaio. Tuttavia ci sono cause più profonde che meritano di essere analizzate.

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(Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)

SERIE A. Il principale problema per Chukwueze è, ad oggi, l’adattamento alla Serie A, un campionato molto più carico di asperità tattiche rispetto alla Liga. Non a caso i suoi numeri sono abbastanza emblematici proprio relativamente al campionato italiano. Chuk ha giocato soltanto 7 partite da titolare. Se si vanno a vedere i minuti effettivi questo ragazzo ne ha giocati soltanto 585, ossia l’equivalente di 6 partite e mezzo. Difficile in così pochi minuti dimostrare le proprie qualità. Ma lo scarso minutaggio non è figlio del destino cinico e baro, bensì di valutazioni di campo svolte dall’allenatore del Milan. Chukwueze è molto forte negli spazi aperti, mentre fa più fatica nel breve, contro difese chiuse, ossia contro più o meno l’80% delle difese che affrontano il Milan. Da questo punto di vista tocca al ragazzo crescere. Deve imparare a tenere meno la palla e ad attaccare di più gli spazi coi tempi giusti.

FATTORE PULISIC. Avere davanti un giocatore di livello internazionale come Pulisic non è semplice. L’esterno offensivo americano si è calato in maniera perfetta nella realtà rossonera. Pulisic, oltre ad essere un grande giocatore, è anche uno di quegli elementi che vizia la squadra. Ti abitua così bene dal punto di vista tecnico che, quando manca dal campo, la squadra tende a risentirne parecchio. La conduzione di palla di Pulisic e la capacità di tenerla anche sotto pressione sono qualità nelle quali Chukwueze non raggiunge ancora livelli eccelsi. In più Pulisic ha praticamente due piedi, mentre Chuk ha solo il sinistro. Tutto questo incide nelle scelte dell’allenatore. D’altronde se si vanno a vedere i gol segnati dal nigeriano nella scorsa stagione, sono tutti di pregevole fattura, ma quasi tutti in campo aperto, con difese avversarie fuori posizione.

CAMBIO MENTALE. Al Villarreal Chukwueze era la stella della squadra. L’allenatore gli concedeva qualche pausa perché era nettamente il giocatore più forte e maggiormente capace di incidere sulle partite con i suoi colpi. Era sempre titolare e le poche volte che partiva dalla panchina si trattava di una scelta quasi concordata con il tecnico, magari per sfruttarne la forza nelle progressioni dopo l’ora di gioco, quando le squadre inevitabilmente avevano speso molto. Non è un passaggio da sottovalutare: quando i giocatori si sentono forti sono più sfrontati nel mostrare le loro qualità. Quando invece si sentono in discussione fanno più fatica a mostrarle. Per Chukwueze questa stagione potrà essere fondamentale se saprà sfruttarla per rinforzare il proprio temperamento. Al Milan non si arriva con lo status di giocatori imprescindibili. Lo si deve diventare a forza di prestazioni convincenti.

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