auf wiedersehen

Napoli, sempre Napoli, fortissimamente Napoli

Napoli, sempre Napoli, fortissimamente Napoli - immagine 1
Nessuna differenza di atteggiamento e qualità fra campionato e Champions per lo Spalletti team

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Dai gironi agli ottavi è come uscire da un giardino per entrare in una selva. Serve di più, molto di più. Il Napoli lascia all’Eintracht il primo spicchio di notte, 15 minuti sì e no, poi lo mette a nanna. E’ Lobotka la bussola, e Lozano il braccio che la mostra. E così, 2-0 come venerdì, con il Sassuolo, e quarti in tasca. I primi della storia, sarebbero. Tra campionato e Champions, sempre lo stesso Napoli, sempre lo stesso Spalletti: fate pressing, non calcoli.

Sulla strada di Lozano...

Già prima del gol rompi-ghiaccio, Lozano aveva colpito un palo e Trapp parato un rigore a Kvara, rigore che Osimhen aveva strappato, di forza, alla pedata sbadigliante di Buta. Emblematica l’azione che spariglia il mazzo. Lobotka recupera palla, lancio verticale per il messicano, cross radente, tapin del nigeriano sul secondo palo. Auf widersehen.

Napoli, sempre Napoli, fortissimamente Napoli- immagine 2

Napoli padrone, con Meret disoccupato e Kim sultano del forte. Detentori dell’ultima Europa League e sesti in Bundesliga, i tedeschi ci hanno provato, ma Glasner non è Aladino e con Goetze e Kolo Muani accerchiati, ciao lampada. Il rosso al francese ha sepolto una partita già defunta, e comunque suggellata dal sinistro del capitano (Di Lorenzo) su tacco del georgiano, poi murato dall’eroico Trapp a un passo dal tris.

Velocità di crociera, alta. Turbolenze, ridotte al minimo. Lobotka, Kim, Lozano i più ficcanti. Osimhen è uno che sposta, fisicamente e letteralmente. Kvara, il dribbling fatto carne: e se, braccato e raddoppiato, ogni tanto fatica a districarsi, qualcuno lo «corriggerà». Direte: di fronte c’era l’Eintracht-avesse-detto. Cambiano gli avversari, non cambia il Napoli. E dal momento che il nostro campionato non gode proprio di capelliana reputazione, non mi sembra poco. In estate, non se lo filava nessuno. Oggi, gli schiede la luna. Sempre. Comunque. Dovunque. Resta un’anomalia, una mina vagante: sempre più mina e sempre meno vagante.

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