DA VALORIZZARE

Un centravanti vero

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Da prima punta, nell’ultimo triennio, Okafor ha 38 partecipazioni al gol (23 gol e 15 assist) in 38 partite
Massimo Bambara

La tesi ricorrente è quella secondo cui al Milan manca un attaccante. Morata, Leao, Okafor e Jovic compongono un quartetto offensivo che, a detta di tanti, non sarebbe numericamente adeguato per affrontare il doppio impegno stagionale. In realtà nessun club può permettersi di avere più di due giocatori per ruolo, sia per ragioni di liste, sia soprattutto per ragioni di logica aziendale. Ci permettiamo, all’uopo, un riferimento storico. Nella stagione 2003-2004 il Milan vinse il campionato ed arrivò ad un passo dalla semifinale di Champions (La Coruna rimane tuttora una ferita sanguinante per i milanisti) con un quartetto offensivo composto da Shevchenko, Inzaghi, Tomasson e il giovane Borriello. Considerata la stagione travagliata di Inzaghi (quasi sempre in infermeria), il Milan ebbe di fatto solo due punte a totale disposizione (Borriello giocò col contagocce perché ancora acerbo), ma questo non gli impedì di essere competitivo fino in fondo e di portare a casa il suo 17esimo scudetto. Quanto esposto ci suggerisce che più che avere tante punte a disposizione, è preferibile avere buone punte e metterle nelle migliori condizioni di esprimersi.

Vale per tutti, ma vale soprattutto per Noah Okafor

Non è vero, come si legge spesso, che Okafor è un attaccante esterno. L’attaccante svizzero è, invece, un centravanti che può giocare anche da esterno, sia a destra, sia a sinistra. Alcuni numeri potranno chiarire l’arcano. Il Milan acquista Okafor dopo che questi si mette in luce con la maglia del Salisburgo fra il 2021 ed il 2023; nonostante venga frenato spesso da alcuni infortuni durante la sua permanenza in Austria, Okafor riesce comunque a giocare abbastanza. Nei due anni antecedenti al suo arrivo in maglia rossonera (stagioni 2021-2022 e 2022-2023), Okafor ha giocato in totale 3541 minuti (circa 40 partite) col Salisburgo. Ebbene l’attaccante svizzero ha giocato da punta centrale per ben 3011 minuti (l’equivalente di circa 33 partite e mezzo), mettendo a referto 21 gol e 14 assist. Nella stagione 2023-2024, invece, la sua prima in maglia rossonera, Noah Okafor ha giocato soltanto 1005 minuti. Tuttavia, da punta centrale, ha giocato appena 421 minuti (ovverosia poco più di 4 partite e mezzo), mettendo a referto 2 gol ed 1 assist. Nell’ultimo triennio quindi, Okafor, giocando da punta centrale, ha disputato circa 38 partite, in cui ha realizzato 23 reti e 15 assist (ossia in totale 38 partecipazioni al gol).

In sostanza ogni 90 minuti giocati da centravanti, Okafor è riuscito a partecipare attivamente ad un gol della sua squadra. I numeri ci dicono che stiamo parlando di un giocatore che può svolgere anche altre funzioni in campo – contro il Torino sabato scorso si è adattato a giocare come esterno di destra dell’attacco rossonero – ma ci dicono soprattutto che Okafor è una vera prima punta. Il tema rimane aperto in casa Milan, anche alla luce dell’infortunio di Morata che terrà lo spagnolo fermo per qualche settimana. La squadra rossonera ha due centravanti di scorta. Jovic e Okafor hanno caratteristiche tecniche diverse, ma sono entrambi due giocatori importanti. Per qualcuno Jovic è l’attaccante ideale se subentra in corsa e ciò viene confermato dai numeri della scorsa stagione; tuttavia, bisogna ricordare che anche Okafor ha segnato dei gol fondamentali subentrando in corsa dalla panchina nella scorsa stagione. Al di là di questo però è opportuno evidenziare come il Milan abbia in casa un centravanti che ha numeri considerevoli e significativi. Lo svizzero è un centravanti moderno, associativo nel modo di partecipare alla costruzione della manovra della squadra e capace di essere alternativamente fonte di gioco, nonché fonte di giocata per i compagni. A Paulo Fonseca il compito di valorizzare al massimo Okafor. Il Milan, sinora, lo ha utilizzato con troppa parsimonia e quasi mai nel ruolo che più gli è proprio.

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