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Djibril Cissé condannato a otto mesi con pena sospesa per uso improprio di beni aziendali

Djibril Cissé condannato a otto mesi con pena sospesa per uso improprio di beni aziendali - immagine 1
L'ex calciatore francese dovrà anche pagare una multa di 20.000 euro per irregolarità contabili legate ad una sua società in Corsica
Nancy Gonzalez Ruiz

Il tribunale penale di Bastia, in Corsica, ha condannato Djibril Cissé a otto mesi di carcere con sospensione della pena e a una multa di 20.000 euro per abuso di beni aziendali e omessa registrazione contabile. Il Tribunale penale di Bastia ha inoltre emesso un'ulteriore condanna alla privazione del diritto di eleggibilità per 3 anni. L'ex attaccante della nazionale francese è stato giudicato per irregolarità legate a SASU, una società per azioni semplificata unipersonale dell'ex attaccante dello Sporting Club de Bastia, con sede a Furiani, attiva nel periodo della sua transizione professionale come DJ e consulente calcistico.

L'indagine e le accuse

Djibril Cissé condannato a otto mesi con pena sospesa per uso improprio di beni aziendali- immagine 2
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La vicenda è iniziata con la messa in liquidazione coatta della società, nel 2020. Al momento della chiusura, il conto corrente aziendale presentava un passivo di 550.000 euro, una somma che, secondo l'accusa, è stata utilizzata in modo improprio. L'indagine ha inoltre rilevato un debito fiscale di 230.000 euro, dovuto alla mancata dichiarazione dell'IVA e dell'imposta sulle società. Secondo il procuratore di Bastia, Jean-Philippe Navarre, Cissé avrebbe trasferito parte dei fondi aziendali sui propri conti personali, omettendo di dichiarare le somme al fisco. Tuttavia, il tribunale ha assolto Cissé dalle accuse di frode fiscale e riciclaggio di denaro, riducendo il caso a un problema di gestione contabile.

La difesa di Cissé

FESTA AUXERRE
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L'avvocato di Cissé, Malcolm Mouldaïa, ha sostenuto che la microimpresa fosse stata creata per gestire i proventi dell'immagine pubblica dell'ex calciatore e che il problema fosse dovuto a una cattiva gestione da parte dello studio contabile incaricato. "Non ho mai imbrogliato il fisco, e i tribunali mi hanno dato ragione", ha dichiarato Cissé, sottolineando come la sentenza rappresenti una vittoria parziale. Nessun ricorso in appello: nonostante la condanna, l'avvocato di Cissé ha confermato che non verrà presentato ricorso. Ha invece annunciato l'intenzione di citare in giudizio la società di revisione contabile per presunte negligenze nella gestione dei conti, chiedendo un risarcimento per le somme pagate da Cissé in seguito ai controlli fiscali.