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Noi non siamo cartoni: il collettivo europeo dei tifosi punta il dito contro il surrogato e il duplicato dei tifosi…

NORTHAMPTON, ENGLAND - JUNE 18: Cardboard cut outs of Northampton Town fans are seen in the stadium ahead of the Sky Bet League Two Play Off Semi-final 1st Leg match between Northampton Town and Cheltenham Town at PTS Academy Stadium on June 18, 2020 in Northampton, England. (Photo by Shaun Botterill/Getty Images)

Un collettivo composto da 27 organizzazioni di tifosi europei reagiscono contro sagome di cartone e cori registrati allo stadio, chiedendo un maggior loro coinvolgimento nelle discussioni sul futuro del calcio

Davide Capano

In un comunicato a firma dei principali gruppi del tifo tedesco, inglese, spagnolo, francese, scozzese, portoghese, belga, danese, olandese, finlandese, svedese, turco e irlandese, i rappresentanti “si oppongono fermamente a qualsiasi tentativo di sostituire o imitare i tifosi in televisione”. “La realtà aumentata, i cori registrati e altre forme di supporto artificiale rappresentano un insulto ai fan attivi”, spiegano “con notevole preoccupazione”.

Con la ripresa dei campionati a porte chiuse, “il calcio è diventato insipido”, sottolineano, avvertendo che il contributo dei tifosi deve essere “riconosciuto”, in un testo firmato in Francia dall’Associazione Nazionale dei Tifosi e da Irrésistibles Français, pubblicato dalla Football Supporters Europe, una rete di fan del Vecchio continente con sede ad Amburgo, in Germania.

A ben vedere, i gruppi organizzati hanno una visione oltre la situazione dovuta alla pandemia di coronavirus. Sostengono come sia “più importante che mai per i sostenitori essere inclusi nelle discussioni che determineranno il futuro immediato e a lungo termine del calcio” e chiedono un posto al tavolo dei negoziati: “Il calcio deve cambiare radicalmente. Ogni processo di riforma deve includere rappresentanti dei tifosi, a livello locale, nazionale ed europeo. I fan devono essere coinvolti nelle decisioni, compresa la revisione delle strutture di governance e dei regolamenti finanziari”.

Inoltre ritengono che il ritorno della gente sugli spalti debba essere “accompagnato da una significativa consultazione con i rappresentanti dei fan sui protocolli di sicurezza sanitaria”. “Il modello attuale è imperfetto, ingiusto e insostenibile”, affermano categoricamente. “Non ci può essere alcun ritorno alla normalità – concludono –. Sono necessari cambiamenti duraturi per rendere il gioco sostenibile dall’alto verso il basso”.

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