La città di Rosario è coinvolta in una spirale di violenza fra decapitazione di statue e sedi sociali incendiate che coinvolge Newell's e Rosario Central, le tifoserie delle due squadre della città. In mezzo a cotanto vortice, il 36enne Ignacio Scocco, attaccante del Newell's Old Boys, ex River Plate ha fermato la palla e ha lanciato una forte riflessione sul mondo del calcio: "Proverò nei primi tempi dopo il ritiro ad allontanarmi un po' da quello che è l'ambiente calcistico. Ci sono tante cose nel calcio con cui non mi sento a mio agio" , ha esordito spiegando il suo futuro dopo che avrà appeso gli stivali al chiodo dialogando con Eduardo Sacheri in un'intervista rilasciata a Deportv.
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IL CALCIO NON PUO' ESSERE QUESTO
Rosario, violenza da derby: il bomber dice basta “La vita delle persone non può dipendere dal calcio”
La riflessione filosofica nel mezzo della tempesta: possibile che se vinci o perdi una partita, se segni o no, l'umore delle persone ne risenta così tanto?
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Poi, ha proseguito illustrando quali sono i vizi calcistici con cui non riesce più a essere d'accordo "Con la necessità di vincere una partita affinché una persona possa tornare a casa felice. Che la vita di quella persona dipende dal fatto che io segni un gol o no. Quando cresci e vedi tutto ciò che genera e vedi cosa significa il calcio per le persone, inizia a prendere un po' di più rispetto per la professione e anche un po' più di paura e iniziate a gestirla in modo diverso", per poi concludere sinceramente: "Oggi per me, al giorno d'oggi, è difficile per me gestire i nervi e l'ansia di una partita di calcio".
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