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Sandro Pochesci a muso duro: “Non ci si allena e non si gioca, mentre la gente muore!”

CREMONA, ITALY - OCTOBER 08:  Ternana Calcio coach Sandro Pochesci looks on before the Serie B match between US Cremonese and Ternana Calcio at Stadio Giovanni Zini on October 8, 2017 in Cremona, Italy.  (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

L’ex allenatore di Bisceglie, Casertana, Ternana e Fondi non le manda a dire come di consueto

Davide Capano

Mister Sandro Pochesci ha parlato ai microfoni di restodelcalcio.comdi pallone, politica e virus, col suo stile sempre molto diretto.

Nessuno chiaramente poteva aspettarsi una cosa del genere – dice –, sembra uno scenario da film, dentro casa cerco di tenere la mente occupata provando a restare aggiornato sulla situazione. Fortunatamente oggi abbiamo i cellulari e i social, che fanno in modo d’essere più vicini alle persone, anche se il problema resta un altro: la cosa più snervante credo sia la mancanza di risposte concrete da parte del Governo, non è possibile che ancora oggi manchino aiuti immediati per tutte quelle persone che hanno bisogno delle cose essenziali. C’è tanta povera gente che non ha neppure i soldi per fare la spesa, credo che sia più importante in primis aiutare loro”.

Pochesci ai tempi della Ternana

“Sento gente nel mondo del calcio – ammonisce il tecnico romano – che parla di campionati e calendari. Vorrei ricordare che in campo vanno 22 esseri umani, intorno ad ogni squadra poi ci sono tante figure importanti, più umili, non è possibile pensare che nel calcio ci siano soltanto i Ronaldo, i Messi, parliamo di un sistema molto più grande e variegato. A mio avviso non sarebbe la fine si ripartisse da zero, pensiamo a risolvere l’emergenza sanitaria poi parleremo anche di calcio. Trovo assurdo che si parli di ripresa degli allenamenti mentre c’è ancora gente che muore”.

Le altre dichiarazioni: “Non si parla delle difficoltà dei calciatori dei dilettanti, dove soltanto in D ci sono 190 squadre. Vorrei ricordare a questi signori che se la base della piramide crolla poi il sistema calcio non può reggere”. Poi il discorso sul valore del calcio e sulla crisi: “Vi pongo un quesito, sentendo tanti discorsi sulle perdite del mondo del calcio, per voi quanto vale una vita? Che prezzo attribuite ad ogni singolo individuo? Sentir parlare di Scudetto da assegnare mi fa rabbrividire, sull’album delle figurine nel 2020 mi aspetto una casella bianca col simbolo C-19 (Covid-19 ndr), o magari simbolicamente darlo alla città di Bergamo che sta lottando orgogliosamente. Ad oggi la realtà è questa, ha vinto il virus, che ci ha battuti tutti sia dal punto di vista sanitaria che economico. Usciamo prima da questa crisi e poi potremo fare tutti gli altri discorsi, tra cui anche quelli sul calcio. Voi veramente pensate che la gente, finita la crisi sanitaria, poi tornerà subito allo stadio? Quando arriveranno le bollette da pagare, e si dovrà ripartire col mondo del lavoro, servirà tempo, chi fa certe affermazioni non si rende davvero conto della realtà”.

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