DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

LA STORIA DI NICOLAS DEMARTINI AD ANTOFAGASTA, 1.110 KM A NORD DI SANTIAGO

Cile, vaccini per tutta la squadra: ma il difensore Demartini dice no “Prima i medici”

Un difensore del Deportes Antofagasta ha rifiutato l’opportunità del vaccino per dare la priorità a personale sanitario, insegnanti e persone a rischio

Davide Capano

Il Deportes Antofagasta, società della massima serie cilena, è riuscito ad avere la possibilità di vaccinare tutta la sua squadra contro il coronavirus. Ma il difensore argentino Nicolás Demartini ha rifiutato per una causa nobile: dare la priorità al personale sanitario, agli insegnanti e alle persone a rischio. Seppur non ci sia un gran numero di dosi disponibili in Cile, i responsabili del governo hanno spiegato che, dopo aver eseguito le procedure necessarie, questi giocatori avevano accesso al processo di vaccinazione perché sono tra coloro che viaggiano di più nel campionato. Questo fa loro correre più rischi di contagio e quindi hanno dato loro un permesso speciale.

A Demartini, sbarcato in biancoceleste quasi un mese fa dal Temperley, a pochi giorni dall’arrivo è stata comunicata la possibilità di essere vaccinato contro il Covid-19. Il 21enne ha rifiutato spiegandolo a Sportia, programma di TyC Sports: “Quando il medico ci ha parlato della situazione, molti erano d’accordo e altri no, perché ci sono persone che ne hanno più bisogno. Alcuni di noi pensavano non fosse la cosa giusta da fare”.

Nel momento in cui lo staff sanitario del Deportes ha chiarito che le dosi non erano state portate via a nessuno, la maggioranza ha accettato di vaccinarsi. Tuttavia, Nicolás è rimasto fermo nella sua posizione: “Non perché sono no vax, spero un giorno di poter essere vaccinato, ma non sentivo che fosse il momento. Sono un giovane, penso che questo virus sia mortale, ci sono persone anziane che possono prenderlo e possono morire. I giovani non sono colpiti in questo modo”.

“Mi faccio il tampone ogni settimana e vivo da solo in Cile, non ho nessuno da contagiare. Per tutte queste ragioni ho deciso di non farlo, ma soprattutto perché c’è chi ne ha più bisogno”, ha continuato il nativo di Rafael Calzada, che conclude rivelando come sua nonna di 80 anni “ha ricevuto la prima dose solo all’inizio di questa settimana…”.

tutte le notizie di