SERVE UN CHIARIMENTO

CAPU…T DERBY – Così fan (quasi) tutti

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Ha ragione il ministro Abodi: spiegare la disparità di giudizio tra la Juventus e le altre sarà fondamentale. Per evitare che si radichi il pensiero di un trattamento speciale contro i bianconeri

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

Ha ragione il ministro dello Sport, Andrea Abodi: "Aspettiamo le motivazioni, spiegare è importante quanto decidere". Nel caso della stangata che ha retrocesso la Juventus a metà classifica e assolto con una carezza le altre nel processo sulle plusvalenze, spiegare in maniera convincente sarà l'unico modo per evitare un cortocircuito evidente agli occhi neutrali della vicenda. Il punto non è nemmeno capire come i giudici della Corte d'Appello Figc siano arrivati a quantificare i 15 punti della penalizzazione (e prima di loro il procuratore Chiné ad occuparsi quasi esclusivamente dei fatti bianconeri tralasciando gli altri club a processo); quello che i giudici dovranno dettagliare in maniera chiara, logica e comprensibile a tutti è il salto tra il tutto (la Juventus) e il nulla (tutti gli altri).

Senza troppi giri di parole

Le motivazioni della sentenza sono l'unica occasione a disposizione per evitare che si radichi nella testa di milioni di tifosi il convincimento di una sorta di accanimento pregiudiziale su una sola società. Anche perché alle viste ci sono altri filoni e altri possibili processi, con potenziale moltiplicazione all'infinito delle stangate e dei danni per tutti, a partire dal sistema complessivo. Ecco perché ha ragione il ministro Abodi e con lui chi continua a pretendere la chiarezza mancata nelle 12 ore del processo flash di venerdì scorso. E vista la delicatezza della materia sarebbe auspicabile che saltassero fuori tutti i documenti a disposizione e che evitasse ogni zona d'ombra: in gioco c'è la credibilità di funzione e funzionamento della giustizia sportiva.

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In attesa della lettura delle motivazioni rimangono due considerazioni: le carte della Procura di Torino hanno fatto emergere una evidente mala gestione della Juventus negli ultimi anni e tutto è partito da un'inchiesta conoscitiva che la Figc (cioè la massima istituzione del calcio italiano) aveva chiesto per fare luce sull'eccesso di utilizzo delle plusvalenze. Per poi scrivere nuove norme. In quel documento, oltre alla Juventus, comparivano Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pescara, Napoli, Pro Vercelli, Pisa, Novara, Manchester City, Barcellona, Lille, Marsiglia, Basilea, Lugano e Amiens. Magari non è sempre vero che "così fan tutti", ma il punto di partenza era "così fan tanti": il punto d'arrivo è stata la sola Juventus. Serve un chiarimento inattaccabile nel tempo per allontanare ogni forma di sospetto.

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