IL CALCIO SCENDE IN PIAZZA

DDD Story – Il derby dei derby toscano: il calcio storico fiorentino

Santa Maria Novella e il calcio
La Toscana, Firenze, ed il calcio, storie, culture e tradizioni nella cultura popolare

Redazione DDD

di Salvatore Boemi -

Firenze, Piazza Santa Croce da più di nove lustri va in scena il "Calcio in Costume" e lo storico Derby tra Santa Croce (Azzurri), Santa Maria Novella (Rossi), Santo Spirito (Bianchi), e San Giovanni (Verdi). Un po’ di storia, fin dalla nascita del Calcio in Costume, la finale si gioca sempre il 24 Giugno, giorno della festa di San Giovanni, il Santo Santissimo Patrono di Firenze. Nell’antichità, a coloro che vincevano la competizione veniva regalato una vacca chianina. Addirittura, una volta il Re di Francia dell’epoca Enrico III, soprannominato il Nero, cugino della famosa casata “de Medici”,  si lasciò scappare una particolare invettiva, dopo aver assistito ad una partita organizzata in suo onore, “troppo piccola per essere una vera guerra, e troppo crudele per essere un gioco”. E parlando di invettive, "Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande, che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ’nferno tuo nome si spande!", recitò il Sommo Poeta Dante Alighieri, inveendo contro Firenze che può vantarsi della fame che ha acquistato in ogni luogo e persino all’inferno.

L'epoca di Fiorenza

Ed è proprio da questo ‘inferno’ che Firenze sin dall’Antichità viene ricordata per la ‘battaglia calcistica’ del Calcio in Costume.

Un Derby insolito senza alcun dubbio, ma sempre di calcio si tratta, le regole le esplicheremo fra poco, ma in questo quadrangolare durante la terza settimana di Giugno, i quattro quartieri (sopracitati) di Firenze si danno battaglia in un campo gremito da tifosi nel cuore di Firenze. I ricchi aristocratici erano soliti giocare in Piazza e dare spettacolo davanti alla plebe Fiorentina, ma al più presto il giuoco divenne popolare e culturalmente arte e parte integrante della Città di Firenze. Sembra anche, non c’è dato saperlo, che durante l’epoca romana, i papi Clemente III, Leone XI e, Urbano VIII praticassero il calcio in Costume nella Santa Città del Vaticano, in Piazza del Vaticano.

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Un noto illustre e Conte Fiorentino, tale Giovani De Bardi fu il primo nel 1580 a pubblicare le regole del Calcio Fiorentino, che si denotano così: nel campo di gioco rettangolare si affrontano 2 squadre composte da 27 giocatori ciascuna, con un preciso numero di giocatori, i ‘calciatori’ sono: 4 portieri, i cosiddetti ‘datori indietro’, 3 difensori, ‘datori innanzi’, 5 centrocampisti, ‘gli sconciatori’, ed infine 15 attaccanti, gli ‘innanzi’ o semplicementi ‘I corridori’. Figura di fondamtale importanza, che come nel gioco del calcio, viene risaltata da questa millenaria tradizione è quella del ‘Capitano’.

Si sa, nel calcio il Capitano è colui che viene eletto dai suoi compagni, allenatori come figura leader dello spogliatoio, ovvero colui che solitamente quando c’è da “mettere la faccia” dovrebbe essere in prima linea. Ecco, nel Calcio Fiorentino il ‘Capitano’ funge da allenatore, ovvero risiede al di fuori del rettangolo di giuoco e dirige, con esperienza e maestria, I suoi compagni, una figura da ‘Special One’ se dobbiamo traslarla al mondo del calcio odierno.

Sebbene esistano delle somigluanze e similitudini con l’attuale gioco del calcio, il calcio storico Fiorentino si differenzia sostanzialmente per livelli di aggressività e talvolta anche violenza, si avete letto bene, perché le tecniche ammesse ed accettabili in questo gioco variano dalle testate, ai pugni, alle gomitate e soffocamento di un avversario, roba da rosso diretto e squalifica a tempo indeterminato nel calcio attuale, ma non in quello fiorentino. Tutto è ammesso, una sorta di wrestling calcistico con alcune limitazioni, queste sì, non è consentito però calciare la testa di un avversario ed un giocatore può essere solo attaccato quando possiede la palla solo da un altro giocatore alla volta, come in una sorta di ring, face to face, e tanti saluti alle buone maniere. Durante tutto il gioco effettivo, compaiono 8 ufficiali di gara, un arbitro, 6 guardalinee e un esperto che entra in campo a placare ed interrompere principi di risse e dissipare tutti i dubbi, una sorta di VAR ante litteram in pratica. La partita si gioca su un campo di sabbia lungo il doppio della larghezza, nel mentre i giocatori possono utilizzare piedi e mani per passarsi la palla e chi segna un gol, segna nella cosiddetta “caccia”, la porta che i rispettivi portieri devono difendere per la durata di 50 minuti senza alcuna interruzione nè sostituzione. La particolarità che risalta all’occhio, a parte per le sopracitate “botte da orbi”, è che ogni volta che una squadra tenta il tiro e sbaglia porta, all’altra squadra viene assegnata una “mezza caccia”, e sommando tutti questi fattori il risultato non cambia, vince la squadra con più gol.

Appuntamento alla prima settimana di Giugno, il calcio storico fiorentino scende in Piazza, in tutti i sensi, e soprattutto in quella di Santa Croce, “Croce e delizia” nel Centro di Firenze.

 

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